D'Annunzio e Pascoli: due giganti del Decadentismo
D'Annunzio rappresenta l'estetismo più estremo con tre concetti chiave. Il culto della bellezza pervade ogni sua opera, il mito del superuomo crea eroi che non seguono le regole morali comuni, e il panismo fonde completamente il poeta con la natura.
"Il piacere" mostra Andrea Sperelli, alter-ego di D'Annunzio, che perde due amori e rimane solo. Non importa cosa succede, ma come viene raccontato con parole preziose e rare. "Pioggia nel pineto" invece fa diventare i protagonisti parte della natura stessa.
Pascoli ha una visione completamente diversa, pessimistica e dolorosa. La morte del padre segna profondamente la sua poetica. Al centro c'è la teoria del "fanciullino": dentro ogni adulto vive un bambino che guarda il mondo con stupore.
I temi pascoliani ruotano attorno al nido familiare come rifugio, alla morte come presenza costante, e alle piccole cose quotidiane. La campagna diventa idealizzata in "Myricae", la sua raccolta più importante dove ogni dettaglio nasconde emozioni profonde.
Differenza cruciale: D'Annunzio celebra la vita e la bellezza, Pascoli trova consolazione nelle piccole cose dopo il dolore.