Vittorio Alfieri è nato ad Asti il 16 gennaio 1749. Da giovane, ha alimentato un umore malinconico che lo ha accompagnato per tutta la sua vita.
Formazione e Viaggi
Nel 1758 entra nell'Accademia Reale di Torino, dove la disciplina militare ha accresciuto il suo spirito di ribellione verso le gerarchie, gli ordini e le imposizioni. Per sei anni, dal 1767 al 1772, Alfieri ha viaggiato ininterrottamente, principalmente per sfuggire alla sensazione di inquietudine e insoddisfazione che provava. Non gradiva le città né l'alta società, ma si sentiva sereno davanti ai paesaggi incontaminati, anticipando il gusto per gli spettacoli sublimi tipici del romanticismo, del quale è stato un precursore.
Dopo i suoi viaggi, torna a Torino nel 1772, ma il suo disprezzo per il potere e l'autorità lo porta a rifiutare incarichi politici. Questo lo avvicina alla letteratura, e la sua prima opera è stata un testo satirico che criticava i nobili e l'alta società. Successivamente, ha scritto la sua prima tragedia, intitolata "Antonio e Cleopatra".
Vita Personale
Alfieri ha vissuto una vita solitaria e ha trovato nella scrittura un modo per esprimere la potenza dei suoi sentimenti. È morto nel 1803 in estrema solitudine, e la sua autobiografia è una delle prime esistenti, avviando così un nuovo genere letterario di scrittura autobiografica.
Il suo pensiero e le sue emozioni sono espressi in molte delle sue opere, rivelando la sua convinzione che la sua vita fosse strettamente legata alle sue opere. La sua autobiografia è divisa in quattro parti, ciascuna riflettendo diverse fasi della sua vita, con le parti finali più dettagliate rispetto a quelle iniziali.
Temi Letterari
Il viaggio è un tema fondamentale nella vita di Alfieri, che considerava fondamentale per ampliare la propria mentalità e conoscere nuove realtà. Durante i suoi viaggi, ha avuto contatti con diverse culture, a differenza di Parini, che invece era al servizio degli aristocratici.
Le opere di Alfieri affrontano anche tematiche politiche, evidenziando il suo desiderio di libertà e indipendenza politica da un capo. Questo lo ha portato a viaggiare da una corte all'altra, senza trovare un ambiente in cui sentirsi a suo agio.
Linguaggio e Letteratura
Alfieri ha avuto un rapporto particolare con la lingua, utilizzando il francese in ambito aristocratico e il dialetto piemontese per comunicare con i servi e le persone che lo circondavano. Durante la sua vita, ha imparato anche l'inglese, il greco e il latino, e ha sentito il bisogno di apprendere la lingua toscana, che considerava la lingua della letteratura italiana.
Nonostante il suo uso limitato del fiorentino, è stato inserito nel canone della letteratura italiana e considerato un autore maggiore. La sua tragedia trasmette un ideale di libertà fondamentale, segnando il passaggio tra illuminismo e romanticismo.
Tragedie di Alfieri
La sua idea anti-tirannica lo ha portato a scrivere tragedie che enfatizzavano la superbia e il desiderio di sentirsi superiori agli altri, simili alla tragica IUBRIS della tragedia greca. Le sue opere rappresentavano figure alte e tiranniche, ma non hanno ottenuto lo stesso successo delle commedie in Italia.
Vittorio Alfieri è stato un autore rivoluzionario che ha influenzato il passaggio tra due importanti movimenti letterari, lasciando un'importante eredità nella letteratura italiana.
