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GIUSEPPE PARINI

5/6/2022

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Giuseppe Parini
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Giuseppe Parini nasce il 23 maggio 1729 a Bosisio, in provincia di Lecco; era l'ultimo di 10 figli e fu l'unico a
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Giuseppe Parini UITA Giuseppe Parini nasce il 23 maggio 1729 a Bosisio, in provincia di Lecco; era l'ultimo di 10 figli e fu l'unico a sopravvivere ai genitori, in una povera famiglia di operai della filanda. Originariamente il suo cognome era Parino, modificato poi per essere più autorevole. Avendo suscitato l'interesse di una zia abbiente, Annamaria l'Attuata, grazie alla sua propensione allo studio, Parini frequenta le scuole dei Barnabiti a Milano, assieme a tutti i giovani della nobiltà milanese. A seguito dell'ordinazione sacerdotale che, sebbene egli fosse credente, non era sentita, ma prevista dal testamento della zia affinché potesse ottenere l'eredità, fece il suo esordio con delle poesie di gusto arcadico (alcune poesie di Ripano Eupilino); Grazie a queste riuscì ad entrare negli ambienti culturali milanesi, in particolare nell'Accademia dei Trasformati, all'interno della quale maturò le prime esperienze in prosa e compose le prime odi. Per mantenersi, entrò al servizio dei nobili, in particolare dei duchi Serbelloni come precettore del figlio Gian Galeazzo. Nel 1763 abbandona il servizio a causa di una lite con la duchessa Maria Vittoria Ottoboni (dama di Pietro Verri), che aveva sgridato troppo duramente la figlia del maestro di musica, difesa da Parini. 1763 - Parini pubblicò la prima parte del suo poema intitolata il Mattino in maniera anonima, sebbene venne immediatamente...

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Didascalia alternativa:

riconosciuto come l'autore; con questo poema egli intende criticare, attraverso la satira, l'immobilismo e la mancanza di valori della nobiltà a lui contemporanea. 1764 entrò al servizio del Conte Giuseppe Maria Imbonati come precettore di Carlo Imbonati, commemorato da Alessandro Manzoni. Proseguì la sua carriera letteraria pubblicando il Mezzogiorno, mentre il vespro e la notte rimarranno incompiute, e un gruppo di odi, che lo avvicinarono alle idee illuministiche, assieme diversi componimenti occasionali. Grazie alla propria attività pubblica Parini aveva raggiunto un certo livello di fama ed influenza per cui gli furono affidati importanti incarichi (1779) è direttore della Gazzetta di Milano direttamente per volontà governatore generale della Lombardia, Carlo di Firmian, ed è anche nominato Regio professore di Belle lettere alle scuole palatine di Milano. 1776 - tra i fondatori della società patriottica e viene ammesso all'arcadia come Darisbo Elidonio 1796 - è nominato membro della nuova municipalità istituita all'occupazione di Napoleone ma qui va incontro a diversi contrasti con Pietro Verri e si sente oppresso dall'autorità francese per cui si ritira dalla vita politica e continua ad insegnare; muore a Milano il 15 agosto 1799. LA SUOLTA NEOCLASSICA In questo periodo si verificarono diverse scoperte archeologiche, soprattutto dagli scavi di Pompei, da cui emersero reperti classici che non vennero distrutti per costruirci sopra, poiché esse devono essere trattate con rispetto. A seguito di ciò ritornò il gusto per il mondo classico, sia dal punto di vista artistico che culturale (es. abbigliamento). Winckelmann era un apprezzatore dell'arte greca, in cui vedeva l'incarnazione del bello ideale, il quale si basava su: Armonica perfezione delle forme (rappresentazioni armoniose) Rappresentazione di una realtà diversa da quella effettiva, per cui la famosa descrizione dell'arte classica era quella di essere ispirata da una nobile semplicità e da calma grandezza, cioè ispirava all'assenza di emozioni troppo forti e vivaci. Parini si avvicina al neoclassicismo soprattutto grazie ad alcuni amici e al rapporto diretto con l'accademia delle Belle Arti trasferitasi presso l'università dove lavorava. L'approccio neoclassico allontana il poeta dalla realtà del suo tempo, che non gli era più congeniale, distaccandolo di conseguenza dalla vita politica. Diverse sono le spiegazioni attribuite a questo distanziamento: .. Per Giuseppe Petronio è causato dalle politiche di Giuseppe II e dal desiderio di trovare rifugio in un mondo di bellezza ideale. :. Per Walter Binni è dovuto alla maturazione interiore del poeta che lo avrebbe portato a raggiungere un atteggiamento più equilibrato, sereno e pacato. .. Per Baldi, d'accordo con Petronio, l'approdo neoclassico è dovuto ad una sorta di fuga dalla storia e dai suoi traumi; la stessa cosa avverrà anche nelle generazioni successive (es. il Foscolo che sentì sempre il Parini affine a se stesso e un maestro da seguire e imitare). Si può notare che nel periodo neoclassico la critica di Parini diviene molto meno graffiante, infatti, con la delusione storica (Rivoluzione francese), viene meno l'intento rieducativo della nobiltà; così, accentuandosi gli aspetti neoclassici, vengono meno le arditezze stilistiche. POLEMICA SULLA LINGUA In merito alla decennale polemica sulla lingua, Parini denuncia il rischio di pedanteria che si corre nel riferimento esclusivo al modello della prosa boccacciana, poi difende il dialetto milanese, rifiutando ogni predominio assolutistico del toscano o autorità linguistica non fondata razionalmente e storicamente. OPERE IN PROSA Dialogo sopra la nobiltà (1757) - un poeta persuade un nobile a rivedere le proprie idee sulla superiorità del sangue e lo convince ad assumere l'utilità civile come criterio per valutare l'importanza sociale di una classe. Discorso sopra le caricature Discorso sulla poesia - definisce la poesia come mimesi della realtà, che ha come scopo immediato la commozione, mentre come scopo ultimo il piacere, non fine a se stesso ma che abbia l'utile come fine. Riprendendo il concetto oraziano del docere/delectare lo rovescia, poiché la poesia non è più utile e piacevole ma è utile in quanto piacevole:la calda fantasia porta ad amare la virtù e aborrire il vizio attraverso la rappresentazione poetica. ODI L'ode è un componimento di origine greco-latina molto impegnativo: presenta molte strofe con una struttura complessa, lunghezza diversa e di argomento molto elevato. I FASE - ODI ILLUMINISTICHE Trattano argomenti di attualità, anche se la portata innovativa delle idee illuministe era mitigata dalla posizione moderata di Parini, e sono volte all'utilità pubblica; infatti, il loro scopo è portare tutti gli uomini alla felicità. I temi contemporanei sono espressi in una FORMA CLASSICA: Figure retoriche (anastrofi, allitterazioni, ecc...) ed epiteti; Sintassi ipotattica classicheggiante. Il lessico, invece, presentava notevoli caratteri innovativi; molte parole derivano direttamente dalla filosofia del SENSISMO e dai campi della scienza e della medicina, risultando estremamente moderni. Le parole erano: ● Moderne e accattivanti ● Vivaci, stimolavano la conoscenza con le sensazioni. IL BISOGNO. Trattano un argomento molto sentito all'epoca, anche da altri autori, portando una riflessione sulla punizione dei reati. Parini si sofferma sul disagio economico e la disperazione che portano molte persone a commettere un reato per sopravvivere; è necessario, perciò, risolvere il problema alla radice, venendo incontro i bisogni delle persone, pensare a prevenire i reati anziché solo a punirli. Questa concezione racchiude ideali provenienti da tre diversi movimenti (illuminismo, cristianesimo e humanitas latina) quali filantropia, solidarietà, uguaglianza e aiuto. FASE INTEMEDIA - ODI OCCASIONALI Scritte per occasioni specifiche e importanti, come celebrazioni, lauree ecc II FASE - ODI NEOCLASSICHE Ritorna la tematica morale e civile (la caduta), l'ideale di moralità aristocratica viene applicato anche alla poesia; infatti, ora Parini ammette che l'utile possa essere espresso in funzione del diletto, perciò, il piacere deriva dalle virtù classicistiche (proporzione, ordine e chiarezza). Inoltre, esse trattano tematiche universali e presentano uno stile ancora più legato alla tradizione classica. Parini abbandona i temi illuministici e si avvicina al neoclassicismo; ciò indica una disillusione e un conseguente distacco dalla vita politica. Questa chiusura in sé stesso è causata dai significativi rivolgimenti politici iniziati con la Rivoluzione Francese, che ha portato al regime del Terrore. IL GIORNO Il Giorno è il poema della vita di Parini, a cui ha lavorato per 40 anni. È un poema didascalico-descrittivo con poche parti narrative, scritto in endecasillabi sciolti e racconta, con intento satirico, le 24 ore di una giornata di un "Giovin Signore", inutile e vuota, e uguale a tutte le altre. La voce narrante è un precettore "d'amabil rito", una guida che intende insegnare all'aristocratico come trascorrere le giornate e come comportarsi durante gli eventi dell'alta società. GENERI E MODELLI .. Apparentemente l'opera sembra un poema didascalico, riprendendo dalla tradizione didascalica di Esiodo (VIII sec a.C., le opere e i giorni) e di Virgilio (I sec a.C., Georgiche), i quali descrivono i lavori campestri durante l'anno (fatiche del contadino // oziosi passatempi aristocratici). Ad un livello più profondo emergono i caratteri del poema eroicomico (il cui maggiore rappresentante è Alexander Pope), genere che intende parodiare l'epopea, schernendo passioni e gesta dei propri eroi. Parini esalta le inezie della nobiltà paragonando le azioni degli aristocratici a quelle dei personaggi del mito. .. In questo modo, il contrasto rende la celebrazione della classe aristocratica come uno smascheramento dei suoi difetti e ipocrisie (effetto antifrastico). Gli eventi erano interpretati letteralmente dai personaggi ma in senso ironico dal narratore e dal lettore. TEMI Condanna della corruzione dei valori aristocratici: essa è riproposta attraverso contrasto della giornata del giovin signore con quella della plebe; è evidente tra le due un significativo sfasamento temporale, mentre il vespro è il tempo del riposo per il contadino, costituisce il vero inizio della giornata per il nobile. Noia: il tempo dei nobili è liberato dal bisogno, dunque dalla fatica del lavoro, ma assediata dalla noia combattuta con vana vita mondana. Questa sensazione è riprodotta sul piano narrativo con l'assenza di tensione drammatica, il racconto si svolge seguendo unicamente il trascorrere delle ore. FASI REDAZIONALI 1) II) Le prime due parti sono rispettivamente del 63 e del 65 e quindi contemporanee alle odi illuministiche; per questo motivo è possibile notare al loro interno l'impegno civile e politico e lo spirito battagliero del primo periodo di Parini. Dopo il loro successo (Il Mattino e Il Mezzogiorno), già pubblicate, Parini abbandona il progetto di scriverne una terza (La Sera). Procede ad una completa revisione delle prime due parti (Il Mattino e Il Meriggio) e suddivide la Sera in altre due (II Vespro e La Notte), che rimasero incompiute. In base allo studio delle varianti si vede che la polemica si smorza e subentra il neoclassicismo: Parini considera l'arte greco Latina sia per l'armonia delle forme, che il fatto che non spingeva alla passionalità ma al dominio delle passioni con l'armonia delle proporzioni; dunque, viene meno l'appassionata polemica e la satira. STRUTTURA Il poema si articola in 4 parti, che rappresentano le fasi della giornata, e presenta una costruzione a incastro: episodi e digressioni sono incastonati assieme nell'impianto narrativo. Le digressioni servono ad alleggerire il fine didascalico e descrittivo, ma anche a spiegare l'origine di alcuni fenomeni (valore eziologico). Ci sono 3 tipi di momenti digressivi: Favole: Amore e Imene (origine del cicisbeismo), del Piacere, sulla nascita del canapè; Inserti aneddotici: Vergine cuccia (maltrattamento di un servitore) Gallerie: raffigurazioni caricaturali dei personaggi, ad esempio accentuata dal contrasto tra il protagonista e la serietà dei ritratti degli antenati o la serie di individui presentati nella notte. LUOCHI Tutte le ambientazioni sono chiuse, i riferimenti ai luoghi più aperti riguardano i contadini; anche la passeggiata è al chiuso perché si svolge in carrozza, ciò simboleggia un mondo asfittico, dove manca l'aria. NOBILTÀ Dunque, Parini non denuncia la classe aristocratica, ma la sua decadenza, per spingerla a tornare utile alla collettività. Parini, in quanto riformista moderato, sia socialmente che stilisticamente, non vuole un'eliminazione violenta di questa classe sociale ma porta avanti un intento pedagogico di rieducazione della nobiltà; essa, un tempo, aveva senso in quanto comandava l'esercito, gestiva la produzione agricola (che era la vera fonte di ricchezza, FISIOCRAZIA), deteneva la cultura e l'amministrazione. Parini, però, non idealizza l'aristocrazia, considerando anche i lati negativi: l'origine della nobiltà è da ricondursi allo sviluppo della cavalleria, i figli cadetti che diventavano cavalieri e si dedicavano al brigantaggio, commettendo reati spregevoli. Nel poema Parini instaura una pluralità dei piani: .. la nobiltà del passato, una classe utile alla società la nobiltà del presente, che ha abdicato alle qualità utili del passato .. i ceti popolari, contadini, artigiani e la servitù che abitava con la nobiltà. Fanno da sfondo alla vita inutile dei nobili e reagiscono in modo favorevole ai padroni (sempre nel contesto dell'antifrasi). Vi è un modo completamente diverso di concepire la vita tra nobili e no. CICISBEISMO L'aristocrazia viene definita anche come corrotta, poiché, all'interno di essa viene meno, anche dal punto di vista religioso, l'unità base della società, cioè la famiglia. Ciò è causato dal cicisbeismo, un'istituzione, spesso sancita nei contratti matrimoniali, che è predisponeva che un cavalier servente accompagnasse la dama ovunque nella giornata. Esso ha origine dal servitium amoris (concezione della corte medievale e dell'amor cortese, in cui l'innamorato è al servizio della donna), ma se ne vedono i principi nella poesia latina elegiaca e in Catullo. AMBICUITÀ L'ambiguità di Parini verso la nobiltà diviene sempre più forte: quando fu pubblicata la prima edizione del giorno Verri trovò da ridire: secondo lui la descrizione della vita aristocratica faceva capire quanto questi vivessero nel lusso e nell'arte e dimostrava la volontà di essere come loro. Il modo in cui descrive l'ambientazione della vita nobiliare sembra tradire un fascino per il mondo che vuole criticare. C'è, dunque, una contraddizione edonismo-moralismo tra il piacere dei vizi mondani e la vuotezza delle giornate, in quanto Parini era stato precettore presso diversi nobili e aveva visto lo splendore ma anche la miseria spirituale.