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18/9/2022
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VERGA - OPERE I romanzi giovanili di Verga raccontano storie melodrammatiche, come quelle di Una peccatrice e Storia di una capinera. Sono storie di tipo sentimentale, diverse da quelle che pubblicherà a partire da Nedda. Inizierà a parlare della campagna siciliana e della povera gente che ci abita. Nedda, per quanto sia piaciuto al pubblico è un romanzo che ancora ha in sé caratteristiche dei romanzi giovanili di Verga. Nedda è una raccoglitrice di olive, con la madre malata e il fidanzato, Janu, malato di malaria. Egli morirà cadendo mentre potava un ulivo. Dopo la perdita di lui e della madre, perderà anche il figlio, morto poco tempo dopo la nascita. "Oh, benedetta voi, Vergine santa [...], che mi avete tolto la mia creatura per non farla soffrire come me!" è così che il racconto viene chiuso. Nel 1881 pubblicò I Malavoglia, primo di cinque romanzi - anche se solo due di essi vennero scritti e pubblicati – nato dal bozzetto di Padron' Ntoni che aveva definito precedentemente come bozzetto marinaresco. I romanzi di questo ciclo avrebbero dovuto raccontare la vita delle varie classi sociali, travolte da un destino collettivo che ingloba e annulla quello delle singole persone. Il ciclo prese infatti il nome di Marea. Racconta del disastro che una famiglia di scatori affronta quando la loro barca naufraga. Negli anni ottanta...
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dell'ottocento cambierà nuovamente stile, sfociando in un nuovo tipo di pessimismo, raccontando in via definitiva anche la storia di altre classi sociali. Nel 1888 iniziò a pubblicare Mastro-don Gesualdo, pubblicato poi in via definitiva nel 1889. Racconta di un uomo nato povero che riesce a cambiare la sua condizione sociale, accorgendosi poi di essersi isolato, finendo per morire da solo. La sua ultima raccolta di racconti verghiani (novelle), alcuni ambientati in teatro e altri in convento, venne pubblicata nel 1894, rendendo evidente l'idea del falso che diventa una realtà di cui le persone si investono inconsapevolmente.