I Discorsi dell'arte poetica: la teoria letteraria
Durante la composizione della Gerusalemme Liberata, Tasso accompagna il lavoro creativo con una profonda riflessione teorica, fondamentale per capire la sua poetica.
Distingue nettamente poesia da storiografia: mentre quest'ultima tratta il "vero", la poesia deve concentrarsi sul "verosimile", su ciò che potrebbe essere accaduto. Per garantire credibilità, il poema epico deve ispirarsi a eventi storici che conferiscano autorità alla narrazione.
Per conciliare le esigenze della Controriforma con l'eredità rinascimentale, Tasso sostiene che il diletto deve essere finalizzato al giovamento: le bellezze poetiche devono rendere gradevoli i contenuti morali e religiosi.
Il diletto è garantito dal "meraviglioso", ma Tasso ridimensiona quello fiabesco di Ariosto preferendo il meraviglioso cristiano, basato su miracoli e interventi divini, ritenuti credibili perché legati alla fede.
Il poema deve combinare varietà e unità: ricco di diversità come battaglie, amori e fenomeni naturali, ma organizzato in una struttura unitaria. Deve somigliare al mondo, vario ma ordinato da un principio unificatore divino.
Infine, insiste sull'importanza dello stile sublime, maestoso e solenne, caratterizzato da "asprezza" ottenuta con spezzature, pause ed enjambement, senza però risultare oscuro.
Concetto chiave: La poetica tassiana cerca di conciliare creatività artistica e rigore morale, anticipando i dilemmi dell'arte moderna.