Il rifugio pastorale e l'amore inciso sugli alberi
Ascoltando le parole del pastore, Erminia si rasserena e pensa che vivere lì l'aiuterà a trovare pace per la sua "guerra interiore" (l'amore per il nemico). Racconta piangendo parte della sua storia e il pastore, commosso, l'accoglie.
Per ripagare la sua ospitalità, Erminia gli dona i gioielli che portava sotto l'armatura: il patrimonio che doveva costituire l'inizio della nuova vita con Tancredi. Si sveste dell'armatura e indossa abiti umili e rozzi, che però non nascondono le sue origini regali.
Svolge mansioni umili: porta il bestiame al pascolo, munge le capre, fa il formaggio. Durante i caldi pomeriggi estivi, mentre le capre riposano all'ombra, scrive nelle cortecce degli alberi il suo amore per Tancredi.
Rileggendo ciò che ha scritto piange ed esprime un desiderio struggente: spera che un viandante, leggendo le sue incisioni, provi pietà e compassione. Prega che anche Tancredi le veda e pianga per lei, anche quando sarà morta.
Tasso descrive sempre amori infelici perché oppressi dal senso del peccato. Erminia rappresenta la fanciulla timorosa e fragile che ha bisogno di due travestimenti (l'armatura di Clorinda e l'abito umile) che però non mascherano mai la sua vera natura.
Un tema ricorrente è il pianto insistente di Erminia: piange quando scappa, quando si risveglia sola, quando racconta la sua storia. È un pianto dolce che spinge alla compassione, come quello che commuove il pastore.
Simbolo poetico: Le incisioni sugli alberi rappresentano l'amore che sopravvive al tempo e alla morte, tema caro alla poesia di tutti i tempi.