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Musica, Poesia e Teatro nell’età Barocca

28/6/2022

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Elena Marina
Musica, Poesia e Teatro nell'età Barocca
Agli inizi del 1600 entra in crisi il modello culturale umanistico e rinascimentale. N

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Elena Marina Musica, Poesia e Teatro nell'età Barocca Agli inizi del 1600 entra in crisi il modello culturale umanistico e rinascimentale. Nel Rinascimento infatti era diffusa la concezione dell'uomo come al centro dell'universo. Questa visione è messa fortemente in discussione dalle numerose scoperte in campo scientifico, come l'eliocentrismo derivante dalle Teorie Copernicane. Queste ultime pongono il sole al centro del sistema solare e introducono l'idea di uno spazio infinito. Si crea anche l'esigenza, a partire da Cartesio, di trovare un nuovo metodo scientifico che permetta di arrivare alla verità delle cose. È un periodo di forte crisi per quanto riguarda la religione. A causa delle diverse guerre religiose si solidifica una concezione della religione fondata sull'identità e sull'appartenenza, sulla difesa dell'ortodossia contro ogni tentazione di libera ricerca. Sulla letteratura del periodo ebbe una forte influenza la controriforma, che stabilì delle restrizioni sugli argomenti che potevano e non potevano essere trattati, queste furono stilate annualmente nell'indice dei libri proibiti, creato nel 1559 da papa Paolo IV. Cambia così la sensibilità e la percezione della popolazione, nasce un senso di inquietudine e di smarrimento, di precarietà delle cose umane. Entrano in crisi i valori classici di compostezza, equilibrio e armonia tipica del Rinascimento. In campo artistico e letterario si dilatano gli orizzonti immaginativi e questo periodo di crisi trova espressione...

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Didascalia alternativa:

nel barocco. Con questo termine si indica il gusto dominante nel periodo storico-culturale successivo alla Controriforma nei paesi cattolici, caratterizzato da un'arte carica di decorazioni, tendente a colpire l'immaginazione con effetti prospettici e soluzioni formali ardite e virtuosistiche, programmaticamente lontana dai canoni classici. L'etimologia del termine "Barocco" non è certa. Il termine potrebbe derivare dall'incrocio tra il sostantivo "baroco", che nella filosofia scolastica designava un particolare sillogismo paradossale e il portoghese barroco, indicante un tipo di perla irregolare e sgraziata. Da qui deriva anche l'aggettivo francese baroque (bizzarro), da cui a sua volta deriva il termine italiano. In sede filosofica già nel Cinquecento il termine identificava spregiativamente un modo falso e di ragionamento, soggetto ancora alla superata mentalità aristotelica. All'aggettivo era usato con una connotazione negativa anche dagli stessi autori barocchi dell'epoca tra cui Rinaldi, Stigliani, e Marino. Essi preferivano definirsi come esponenti del "concettismo". Il termine "Barocco" cominciò a entrare nel lessico comune della critica, sempre in senso spregiativo, verso la fine del Settecento per iniziativa dei teorici del neoclassicismo. 1 Tra i maggiori studiosi del barocco italiano si ebbe Jean Rousset, che individuò nella maga Circe e nel pavone, le due figure esemplari del Barocco. Circe simboleggiava la tendenza alla trasformazione incessante; mentre il pavone la tendenza a far mostra di sé. Il Barocco ha le radici nel Manierismo, sviluppatosi in Italia dagli anni trenta del Cinquecento. Comune a entrambi è lo sconvolgimento degli schemi del Classicismo, ma il Manierismo fa emergere la scomposizione dei particolari, mentre il Barocco tende a moltiplicarli. A differenza del Medioevo ed il Rinascimento, che avevano forti punti di riferimento (Dio prima, l'uomo poi), l'unica certezza del Barocco è quella di non avere certezze. Mentre nel Rinascimento si va alla ricerca dell'equilibrio, il Barocco va alla ricerca della disarmonia. Sul piano letterario, in particolare nella poesia, i poeti barocchi sono terrorizzati dall'inquisizione, quindi viene meno una poesia impegnata, che viene sostituita dalla poetica della meraviglia, si cerca cioè di sollecitare nel pubblico il piacere e lo stupore, mediante un uso edonistico dei mezzi artistici. I temi del Barocco sono l'orrore, il deforme, il brutto che non sono assunti in chiave comica, ma divengono elementi di un nuovo paradossale tipo di bellezza. Un esempio di questo è "Pallidetto mio sole" di Marino. L'attenzione è rivolta alle forme più banali della quotidianità, allo squallore e alla volgarità, ai costumi, alle abitudini di vita, ai mestieri, agli abiti, agli oggetti e ai volti. Anche figure marginali come vagabondi o straccioni assumono importanza. In particolare lo sguardo si rivolge agli utensili usati ogni giorno, si esalta l'eroismo, la dignità, l'onore ed il lusso. Anche l'immagine tradizionale della donna, di bellezza e idealità, sparisce dai canzonieri non più costruiti su esemplari storie d'amore. La rappresentazione della donna si arricchisce di determinazioni più concrete, è raffigurata negli atteggiamenti più disparati. Non esiste un canone preciso che distingua il bello dal brutto, tutto diventa oggetto di poesia. La tipologia della figura femminile si allarga a tutte le categorie sociali, dalla signora alla schiava mendicante. Un esempio di ciò è l'opera "bella schiava" di Marino, dove si celebra la seduzione della schiava, rivelando la suggestione tipica nel barocco per l'irregolare, lo strano, l'esotico. Tra le figure retoriche preferite dal barocca si ha la metafora che permette di tradurre ogni dinamismo nella scrittura. Inoltre i poeti barocchi rifiutano l'uso normale della lingua, in quanto la poesia deve suscitare meraviglia. Da ciò scaturisce il concettismo, metodo fondamentale del barocco, che attraverso l'uso dei concetti impreziosisce ossessivamente il linguaggio, fino al raggiungimento di scritture estremamente ricercate. Uno degli strumenti del concettismo è l'amplificatio, una sorta di paragone allungato, che ha lo scopo di esaurire ogni argomento tramite l'uso del maggior numero di metafore non analogiche ma descrittive possibili. Il poeta si serve principalmente del suo ingegno per giungere a questo risultato. 2 In contrapposizione al Barocco, nel 1690, nasce il movimento dell'Arcadia, un'Accademia che cercherà di eliminare l'eccesso di figure retoriche e quel cattivo gusto barocco. È un'anticipazione alla letteratura illuminista, che si rifà alla semplicità di Virgilio. Il barocco letterario trova in Italia il suo poeta più significativo in Giambattista Marino. Quest'ultimo è considerato uno degli scrittori più importanti di questa corrente letteraria in tutta Europa. Egli nacque a Napoli il 14 ottobre 1569 da una famiglia benestante e ricevette un'istruzione di tipo umanistico. Dopo un periodo precario, nel 1596 viene accolto a servizio del principe Matteo di Capua. Nel 1602 fugge da Napoli per alcuni problemi con la giustizia e si trasferisce a Roma, presso la corte del cardinale Pietro Aldobrandini, dove rimane fino al 1608. A questo periodo risalgono le prime due pubblicazioni dei due volumi delle Rime. Nel 1615 Maria de Medici, moglie del defunto Enrico IV di Francia, lo chiama alla corte di Parigi, e qui il poeta scrisse le opere più importanti come l'Adone, considerato il suo capolavoro assoluto. In seguito egli ritornò a Napoli dove morì nel 1625. Il modello che segue Marino nelle sue liriche è quello delle Rime di Tasso, dedito alla ricerca della forma ingegnosa, del lessico artificioso e l'uso di registri diversi che meglio potevano rappresentare il mondo della corte. Tasso appare come il precursore del movimento culturale e stilistico del Barocco, che vede l'apice nella letteratura di Marino. Nelle liriche del poeta l'aspetto contenutistico perde importanza, gli argomenti e personaggi diventano secondari. La produzione lirica di Marino si caratterizza per l'abbondanza e l'attenzione formale che dona alle sue poesie eleganza e musicalità. Questo effetto è ottenuto grazie a giochi di parole basati sull'uso di parole foneticamente simili, uso intenso delle metafore e altre figure retoriche. L'opera più importate del poeta è "l'Adone", che scrive nell'arco di venticinque anni. L'opera è piuttosto voluminosa, composta da venti canti e oltre 40000 versi. L'ispirazione a Tasso e Ariosto si può vedere sul piano dei contenuti, tutti e tre infatti scrivono poemi complessi, ricollegati direttamente alla tradizione eroica e cavalleresca, in cui personaggi dalla personalità complessa agiscono creando una trama intricata. Marino sceglie di occuparsi delle vicende amorose tra Venere e Adone, sceglie quindi una trama di estrema semplicità. Venere s'innamora di Adone, una delle figura meno eroiche della mitologia, che ricambia, ma si tratta di un'unione destinata a finire a causa della gelosia di Marte che uccide il giovane cacciatore. Il finale presentato da Marino è inevitabile, abbattendo l'idea tipica del Rinascimento dell'amore come fonte di felicità e si appoggia all'idea dell'amore come fonte di sconforto e abbina il piacere al dolore. La semplicità dell'intreccio propone quindi una storia lineare e povera da cui, però, Marino è stato in grado di creare una delle opere più voluminose della letteratura italiana. Il poema parte da una trama esile, dilatandosi oltremisura, descrivendo ogni singolo evento nei dettagli e arricchendo il racconto di momenti digressivi che diventano nettamente predominanti rispetto all'intero impianto della narrazione al punto di poter essere considerati il reale asse portante 3 dell'intera opera. Sul piano stilistico, il poeta si serve di qualsiasi strumento retorico, come la metafora, usata per creare analogie anche tra cose che si possono considerare distanti tra di loro. Da Marino prende il via il "Marinismo", corrente che mira a rinnovare la lirica mediante il ricorso al meraviglioso, allo strano e allo sbalorditivo, è anche conosciuta anche come poesia concettista. Essi si rifiutarono di seguire il modello di Petrarca, contrapponendo Tasso, grazie anche a tutte le innovazioni che egli apportò nelle sue opere. Nell'epoca barocca la filosofia assume dei nuovi connotati rispetto all'epoca precedente. Nel periodo precedente, nel Rinascimento, la realtà e l'universo venivano espressi in modo assoluto, grazie alla concezione divina delle Sacre Scritture. Questo modo di confrontarsi con la realtà entrò in crisi a causa delle ricerche scientifiche, che portarono l'uomo a conoscere l'universo. L'uomo di fronte a questo universo può solo porsi in modo relativo, poiché non può cogliere la realtà in modo assoluto. Tommaso Campanella, facente parte dell'ordine dei domenicani, si dedicò allo studio della filosofia naturalistica di Telesio, dell'astrologia e della magia. Fu sospettato di eresia e subì quattro processi. Iniziò poi a scrivere la sua più importante opera "Città del Sole", che delinea una società fondata sull'organizzazione razionale della vita sociale. Si finse successivamente pazzo per evitare la condanna a morte e fu incarcerato. In questi anni si dedicò a numerose opere, fu poi liberato e accolto a Parigi dove morì. Nella "Città del Sole" egli descrive una città ideale, utopica, governata dal Metafisico, un re- sacerdote volto al culto del Dio Sole, un dio laico proprio di una religione naturale, di cui Campanella stesso è sostenitore, pur presupponendo razionalmente che coincida con la religione cristiana. Questo re-sacerdote si avvale di tre assistenti, rappresentanti le tre primalità su cui si incentra la metafisica campanelliana: Potenza, Sapienza e Amore. Nel delineare la sua concezione collettivista della società, Campanella si rifà a Platone e all'Utopia di Tommaso Moro. L'utopismo deriva dal fatto che poiché non si poteva realizzare un modello di Stato che rispecchiasse la giustizia e l'uguaglianza. Il barocco influenza anche il teatro e la musica. Nel 1600 il teatro assume un'importanza notevole. È usato per esprimere le grandi inquietudini umane e insieme il desiderio di ordine, cercando di arrivare a un momento purificatorio, come nell'antica concezione greca. Nel contesto rinascimentale il teatro era un genere d'élite, perché destinato principalmente all'ambiente di corte e alle classi aristocratiche, nel Seicento esso era di tipo commerciale, in quanto delle compagnie di tipo itinerante si guadagnavano da vivere mediante la vendita di biglietti. Il teatro si sviluppa principalmente in Francia, Inghilterra e parzialmente in Italia e tende a meravigliare lo spettatore. Il Inghilterra si diffonde il teatro di William Shakespeare dove si ritrova il tema dell'incertezza della condizione umana, dovuta alla caduta delle certezze 4 umanistiche. In "Amleto" si ritrova il tema dello smarrimento e della fortuna a cui l'uomo reagiva tragicamente anche con gesti estremi. Anche in "La vita è un sogno" di Calderon de la Barca si ritrova il tema dello smarrimento e dell'illusorietà della vita. In Italia si diffondono due nuovi generi: la Commedia dell'arte e il Melodramma, da cui poi nascerà la lirica. La prima si basava sull'improvvisazione, con maschere e tipi fissi, la seconda era rivolta ad ambienti più eletti come corti o accademie e raggiunse l'apice con Claudio Monteverdi. A Venezia nel 1637 viene inaugurato il primo teatro d'opera, il San Cassiano: è così che si passa dal teatro privato a quello pubblico a pagamento. Il barocco, pur non essendo uno stile musicale vero e proprio, influenza notevolmente la musica dal 1600 al 1750. All'interno dello stesso periodo è tuttavia possibile riconoscere tendenze musicali diverse. Firenze, Roma, Venezia e Napoli furono le città italiane più importanti per la musica durante questo periodo. Grazie allo sviluppo del Melodramma le rappresentazioni teatrali sono accompagnate da strumenti musicali e i personaggi non parlano. I caratteristici elementi della produzione musicale di questo periodo sono i cambi repentini di tempo, i passaggi di grande virtuosismo strumentale o vocale e l'uso del contrappunto e della fuga, oltre a uno sviluppato senso dell'improvvisazione. I più importanti musicisti del tempo furono Claudio Monteverdi, autore di numerosi madrigali ed opere, Antonio Vivaldi, che compose "Le Quattro stagioni", Johann Sebastian Bach e Georg Friedrich Handel. Quest'ultimo scrisse "Hallelujah", conosciuto per i particolari caratteri espressivi che vengono resi con l'ausilio di trombe squillanti, ritmi incalzanti e il vivace intreccio tra le parti. 5