Il Dolce stil novo rappresenta una rivoluzionaria corrente poetica italiana del XIII secolo che ha profondamente influenzato la letteratura medievale.
La poesia del Dolce stil novo si distingue per alcune caratteristiche fondamentali: la concezione dell'amore come esperienza nobilitante, la donna vista come creatura angelica portatrice di virtù, e l'uso di un linguaggio raffinato ed elegante. I principali esponenti di questo movimento furono Guido Guinizzelli, considerato il precursore, Guido Cavalcanti e Dante Alighieri, che contribuirono a sviluppare questa nuova forma poetica caratterizzata da una profonda introspezione psicologica e filosofica.
Le poesie d'amore del Dolce stil novo si differenziano dalla tradizione trobadorica precedente per la loro complessità concettuale e per l'elevazione dell'amore a esperienza spirituale. Guinizzelli introduce il concetto della donna-angelo, mentre Cavalcanti sviluppa una visione più tormentata dell'amore come forza destabilizzante. Dante sintetizza queste diverse concezioni nella sua opera, in particolare nella Vita Nova, dove l'amore per Beatrice diventa veicolo di elevazione spirituale. Il movimento nasce a Bologna nella seconda metà del Duecento, per poi diffondersi a Firenze, dove raggiunge la sua massima espressione. La denominazione "dolce stil novo" viene coniata da Dante stesso nel Purgatorio (XXIV, 57), riferendosi al "dolce stil nuovo" che caratterizzava questa poesia rispetto alle forme precedenti. L'importanza di questa corrente risiede non solo nell'innovazione linguistica e stilistica, ma anche nella sua capacità di unire la tradizione cortese con la filosofia scolastica, creando una nuova concezione dell'amore e della poesia che influenzerà profondamente la letteratura italiana successiva.