La Gerusalemme Liberata: capolavoro di contraddizioni
La Gerusalemme Liberata, pubblicata nel 1581, nasce dalla volontà di creare un poema epico che rispetti le regole aristoteliche. Tasso sceglie come argomento la Prima Crociata (1099) guidata da Goffredo di Buglione, perché offre il giusto equilibrio tra verità storica e possibilità di invenzione poetica.
Secondo i suoi "Discorsi" teorici, il poema eroico deve trattare il "verosimile" (ciò che sarebbe potuto accadere) e avere una funzione morale e pedagogica. Come la medicina amara che il bambino deve bere per guarire, la poesia deve unire diletto e insegnamento religioso.
L'opera presenta però numerose contraddizioni che ne costituiscono la grandezza: Tasso rivela attrazione per un amore libero da vincoli morali, ambivalenza verso la guerra (esaltata ma anche vista come disumana) e fascino per l'elemento magico e demoniaco.
La struttura riflette questo "bifrontismo spirituale": cristiani contro pagani, cielo contro inferno, ordine contro libertà. Il poeta si identifica spesso con i nemici sconfitti, pur volendo essere il cantore del cristianesimo. Lo spazio si articola su due dimensioni (orizzontale per la guerra terrena, verticale per lo scontro tra Bene e Male), mentre il tempo resta sostanzialmente lineare.
Chiave di lettura: La vera forza dell'opera sta nelle contraddizioni di Tasso, che anticipano la sensibilità moderna nell'esprimere i conflitti interiori dell'uomo.