La nuova società e i suoi scrittori ribelli
Il boom industriale dell'800 porta progresso ma anche disillusione: aumentano le ingiustizie, si impoveriscono i ceti più deboli, le città diventano pericolose. Gli intellettuali non sono più solo nobili, ma piccoli borghesi con un rapporto difficile con la società.
Nasce la vie bohème, stile di vita ispirato ai "vagabondi" parigini. Gli artisti bohémien sono trasgressori, incompresi, alla ricerca disperata di libertà. Vivono ai margini, poveri ma liberi, in opposizione a ogni convenzione sociale.
Charles Baudelaire (1821-1867) è il maestro assoluto di questa nuova sensibilità. Parigino, ribelle fin da giovane, sperpera l'eredità, si ammala di sifilide, dipende da hashish e oppio. La sua unica raccolta, "I fiori del male", è un capolavoro che scandalizzerà l'epoca.
L'opera segue un percorso drammatico: dallo spleen (depressione esistenziale) verso l'ideale di bellezza, poi attraverso i paradisi artificiali di alcool e droghe, la rivolta contro Dio, fino alla morte come ultima speranza di scoperta dell'ignoto.
Concetto chiave: Baudelaire inventa la figura del poeta "maledetto", incompreso dalla società borghese!