Introduzione
Il libro "Se questo è un uomo" descrive l'epopea vissuta da Primo Levi, dalla deportazione in un campo di lavoro di Monowitz, un lager satellite di Auschwitz, alla successiva liberazione nel gennaio del 1945. Pubblicato nel 1947 da De Silva, dopo essere stato rifiutato dall'editore Einaudi, ha ottenuto successo nel 1958 quando, con l'aggiunta di alcune pagine, è stato ripubblicato da Einaudi. Il testo è suddiviso in diciassette capitoli.
Primo Levi
Nato a Torino nel 1919, Levi, proveniente da una famiglia ebraica, è laureato in chimica. Arrestato nel 1943 in Valle d'Aosta e deportato ad Auschwitz, è autore di varie opere tra cui "Se questo è un uomo".
Titolo, epigrafe e prefazione
Il romanzo è introdotto da una poesia senza titolo che funge da epigrafe, composta dall'autore prima della stesura del libro. La poesia manca di un atto di fede, presentando un tono esortativo e una maledizione per chi non obbedirà all'obbligo del ricordo. La prefazione sottolinea lo scopo del romanzo di non contribuire alla letteratura sui campi di concentramento ma di indagare su aspetti dell'animo umano.
Stile
Lo stile con cui Primo Levi racconta la sua terribile esperienza è sobrio e incisivo, nello stesso tempo elegante nella sua crudezza e privo di enfasi. Non cerca di commuovere ma descrive sofferenze e brutalità con una scrittura limpida e distaccata.
Breve riassunto
Catturato dalla Milizia Fascista nel dicembre 1943, Primo Levi è deportato nel campo di concentramento di Auschwitz, subendo spogliamento, perdita della dignità e lavoro forzato. Durante il periodo trascorso nel campo, conosce persone che lo aiutano e vive le terribili condizioni di vita del lager.