Leonardo da Vinci e la poesia fiorentina
Leonardo da Vinci rappresenta il genio assoluto del Rinascimento - un uomo capace di spaziare dall'arte alla scienza, dall'ingegneria alla filosofia. La sua grandezza sta nell'interconnessione tra saperi diversi, nell'osservazione scientifica della natura filtrata attraverso un approccio etico e simbolico.
Nel suo "Trattato sulla pittura", Leonardo rivendica la superiorità della pittura come forma privilegiata di conoscenza basata sull'esperienza. Ma c'è un lato malinconico: la sua irrequietezza lo porta a lasciare incomplete molte opere, dimostrando l'impossibilità di realizzare tutto ciò che la mente può immaginare.
A Firenze, Lorenzo de' Medici trasforma la poesia volgare in uno strumento di primato culturale e politico. Nasce la brigata laurenziana (1469), che attraversa diverse fasi: da circolo domestico di intrattenimento, a gruppo satirico-comico, fino alla fase amorosa ispirata allo stilnovismo.
Lorenzo de' Medici stesso è una personalità multiforme - politico, mecenate e poeta. La sua produzione spazia dal poemetto mitologico alle opere burlesche, con il capolavoro "Il Trionfo di Bacco e Arianna" che invita a godersi l'attimo fuggente.
Genio del Rinascimento: Angelo Poliziano scrive le "Stanze per la giostra", dedicata a Giuliano de' Medici, e la "Fabula di Orfeo", prima opera teatrale profana italiana!
Angelo Poliziano rappresenta l'eccellenza poetica del '400. Le sue opere mostrano un amore platonico che eleva e ingentilisce, trasformando chi lo prova attraverso la via della virtù.