Il Trittico delle Morti Violente
Pia de' Tolomei rappresenta il vertice poetico del canto. In soli quattro versi Dante crea un personaggio indimenticabile, completamente diverso dai due compagni che l'hanno preceduta.
L'assenza di dettagli è voluta: di Jacopo e Buonconte sappiamo tutto (nomi, luoghi, circostanze precise), di Pia quasi nulla. Questo silenzio la rende ancora più affascinante e misteriosa.
La causa della sua morte rimane incerta: alcuni pensano fosse colpevole di infedeltà, altri che il marito la uccise per gelosia infondata o per sposare un'altra donna. Pia stessa non lo sa - lo conosce solo "colui che la spose".
Non c'è accusa nelle sue parole. A differenza di Jacopo che formula accuse precise, Pia parla del marito come "colui che m'ebbe sposato", non come l'uccisore. In lei prevalgono amore e perdono.
Tenerezza femminile: Pia mostra una sollecitudine materna verso Dante, raccomandandogli di riposarsi dopo il lungo viaggio. È la cura per le "piccole cose" della vita.
Perché questi tre sono salvi? Dante li immagina nel Purgatorio perché la loro morte violenta aveva suscitato commozione, per l'ingiustizia subita e per il mistero che circonda la loro uccisione.
Il trittico rappresenta tre modi diversi di affrontare la morte violenta: Jacopo con la consapevolezza del male fatto, Buonconte con il pentimento last-minute, Pia con la dolcezza del perdono. Tutti accomunati dalla pacificazione che il Purgatorio dona.