Primo Levi: vita e stile letterario
Primo Levi nasce a Torino nel 1919 da una famiglia ebrea benestante. La sua vita cambia drasticamente nel 1938 con le leggi razziali fasciste che lo colpiscono direttamente. Dopo la laurea in chimica, è costretto a lavorare in semiclandestinità.
Nel 1943 si unisce alla Resistenza con il gruppo Giustizia e Libertà, ma viene catturato e deportato ad Auschwitz. Riesce miracolosamente a sopravvivere e dopo la guerra riprende il lavoro di chimico, dedicandosi parallelamente alla scrittura che diventerà la sua attività principale dal 1975.
Il suo stile letterario è unico e inconfondibile. Come scienziato, usa una forma rigorosa e precisa per descrivere l'orrore dei lager. Non enfatizza mai la mostruosità degli eventi, ma li presenta con obiettività scientifica. Questa tecnica, apparentemente fredda, rende i fatti ancora più potenti e terribili.
Ricorda: Lo stile "senza commenti" di Levi lascia al lettore il compito di comprendere l'orrore, rendendolo più partecipe ed emotivamente coinvolto.