L'inizio immortale: "Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori"
Le prime ottave dell'Orlando Furioso sono tra i versi più famosi della letteratura italiana. Ariosto apre con un chiasmo perfetto: "Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori" - una struttura che mette al centro le "cortesie" e le "audaci imprese", rivelando subito i temi del poema.
Il poeta segue il modello virgiliano dell'esordio epico, ma con una novità rivoluzionaria: promette di raccontare di Orlando "cosa non detta in prosa mai, né in rima", cioè come per amore divenne pazzo da uomo saggio che era. È una dichiarazione di originalità assoluta!
Nella seconda ottava compare già l'ironia ariostesca: il poeta confessa che anche lui è stato reso "quasi pazzo" dalla sua donna, che "il poco ingegno ad or ad or mi lima". È come se dicesse: "Sto per raccontarvi di un pazzo, ma anch'io sono un po' matto d'amore - chi non lo è?"
La terza ottava si rivolge a Ippolito d'Este, il patrono, con l'omaggio di rito ma anche con l'orgoglio di chi sa di offrire un dono prezioso. Ariosto promette di raccontare di Ruggiero, capostipite mitico degli Estensi, legando così mito e realtà contemporanea.
Genialità dell'incipit: In poche ottave Ariosto presenta tutti i temi, dichiara la sua originalità e conquista il lettore con ironia e maestria stilistica.