Il pensiero politico di Machiavelli
L'Italia del Cinquecento vive una crisi profonda: mancanza di unità politica, eserciti mercenari inaffidabili e perdita dei valori civili. Machiavelli vede nell'emergere di un principe forte l'unica soluzione per creare uno Stato unito e potente.
La sua rivoluzione consiste nel fondare la moderna scienza politica, separando completamente politica e morale. Quando si valuta l'operato di un governante, l'unica domanda che conta è: "Ha rafforzato lo Stato e garantito il bene dei cittadini?"
Il suo metodo si basa sull'osservazione della realtà piuttosto che su teorie astratte. Combina esperienza diretta (quello che ha visto personalmente) con lo studio degli antichi. Ha una visione pessimistica dell'uomo, considerato naturalmente egoista e crudele.
💡 Concetto chiave: La famosa immagine del "centauro" (metà uomo, metà bestia) rappresenta il principe ideale: capace di usare sia l'intelligenza umana che la forza bestiale quando necessario.
Lo Stato ideale per Machiavelli si fonda su tre pilastri: religione (come strumento di controllo sociale), buone leggi e milizie cittadine (non mercenarie). Il rapporto tra virtù (capacità politica) e fortuna (caso) determina il successo: il bravo politico sa prevedere gli eventi e adattarsi ai tempi.