I Promessi Sposi: Dal Fermo e Lucia al Capolavoro
La strada verso I Promessi Sposi è lunga e travagliata. Inizia con "Fermo e Lucia", un romanzo pieno di difetti: trama contorta, personaggi piatti e lingua che mescola troppi dialetti.
Nella prima edizione del 1827, Manzoni riordina tutto: accorcia le digressioni, aggiunge i flashback di Fra Cristoforo e la Monaca di Monza, e sviluppa meglio i personaggi. Ma non è ancora soddisfatto.
L'edizione definitiva del 1842, chiamata "la Quarantana", arriva dopo che Manzoni va a "sciacquare i panni in Arno". Capisce che la lingua giusta è il fiorentino, e crea finalmente il capolavoro che conosciamo.
La struttura è ad anello: Renzo e Lucia, eroi umili, vivono le loro vicende intrecciate con i grandi eventi storici (carestia, lanzichenecchi, peste). Lucia resta sempre se stessa, mentre Renzo vive un vero percorso di formazione. Il Seicento lombardo diventa lo specchio del presente di Manzoni sotto l'Austria.
💡 Geniale: Il narratore onnisciente usa vari punti di vista creando una "polifonia" che rende tutto più realistico!