Il teatro: l'Adelchi e la rivoluzione della tragedia
Manzoni si dedica al teatro per due ragioni: la tragedia è considerata il genere più nobile, e il Romanticismo riscopre il teatro come arte popolare. Ma il suo teatro è rivoluzionario.
L'Adelchi (1820-22) rompe tutte le regole classiche. Ambientata tra il 772 e il 774, racconta la fine del regno longobardo di Desiderio per mano di Carlo Magno. Ma i veri protagonisti sono Ermengarda (ripudiata da Carlo Magno) e Adelchi (figlio di Desiderio), due personaggi romantici divisi tra dovere e sentimento.
La tragedia si conclude con il tema della "provvida sventura": Ermengarda e Adelchi, figli di oppressori, si riscattano morendo come vinti e trovando salvezza nella dimensione ultraterrena.
💡 Innovazione rivoluzionaria: Manzoni porta sulla scena gli "umili" per la prima volta, sostenendo che tutti hanno diritto di essere rappresentati.
Il teatro manzoniano abbandona il mito per la storia, gli eventi soprannaturali per la verosimiglianza, le unità aristoteliche per una maggiore libertà narrativa.