Le due teorie: visione e suono
La prima parte della poesia si basa sulla teoria della visione. La siepe diventa fondamentale: non รจ un semplice ostacolo ma il mezzo che permette all'immaginazione di creare spazi infiniti. Quello che non si vede stimola la fantasia piรน di quello che si vede.
La seconda parte sviluppa la teoria del suono: il fruscio del vento tra le foglie fa nascere nell'immaginazione del poeta l'idea dell'infinito temporale. Dal presente vivo, Leopardi risale alle "morte stagioni" del passato e all'eternitร .
Dal punto di vista del linguaggio, Leopardi mescola sapientemente parole comuni ("colle", "siepe") con termini "poeticissimi" che evocano l'indefinito ("interminati", "sovrumani", "profondissima"). Usa anche "parole peregrine", cioรจ arcaiche, come "ermo" e "guardo".
๐ก Nota bene: Gli enjambement frequenti creano un ritmo che imita il perdersi del pensiero nell'infinito.