L'evoluzione della letteratura in volgare italiano
La letteratura in volgare italiano inizia a fiorire con diverse scuole poetiche regionali. La poesia religiosa nasce in Umbria con Francesco d'Assisi e Iacopone da Todi, mentre la poesia siciliana di Giacomo da Lentini esplora l'amore cortese. I Siculo-toscani con Guittone d'Arezzo portano la poesia in Toscana con temi politici e civili.
Una svolta importante avviene con il Dolce stil novo, sviluppato tra Bologna e Firenze, che celebra l'amore e la donna-angelo attraverso le opere di Guido Guinizzelli, Guido Cavalcanti e il giovane Dante Alighieri. Parallelamente, in Toscana si diffonde anche la poesia comico-realistica che tratta temi più terreni come l'amore sensuale e i piaceri del vino.
La prosa in volgare compare solo nella seconda metà del XIII secolo, principalmente attraverso i "volgarizzamenti" (traduzioni dal latino). Questi testi formano una base essenziale per un nuovo pubblico di lettori, con particolare successo per le novelle e i libri di viaggio.
Il Trecento rappresenta il secolo dei capolavori della letteratura italiana con tre giganti: Dante Alighieri, padre della lingua italiana e autore della Divina Commedia; Francesco Petrarca con il suo Canzoniere incentrato sulla soggettività e l'interiorità; e Giovanni Boccaccio con il Decameron, che dà voce alla nuova etica dei mercanti.
Curiosità: Prima che Dante e Boccaccio rendessero famoso il dialetto toscano, l'italiano letterario avrebbe potuto essere basato sul siciliano, grazie all'importante scuola poetica della corte di Federico II!