Il Dolce Stil Novo e la Poesia Comico-Realistica
Il Dolce Stil novo dominò la letteratura italiana per oltre un secolo fineXIII−iniziXIV. Il nome? Lo diede Dante stesso: "dolce" per i temi amorosi, "novo" per la lingua raffinata e innovativa.
Guido Guinizzelli (1230-1276) fu il fondatore bolognese che teorizzò l'identificazione tra Amore e Cortesia. La nobiltà non era più di sangue, ma d'animo! La donna diventava un essere perfetto, un angelo attraverso cui raggiungere la salvezza. Non si descriveva la sua bellezza, ma gli effetti che produceva sull'animo del poeta.
Con Guido Cavalcanti (1260-1300) la scuola si spostò a Firenze acquisendo drammaticità. Per lui l'amore non era più elevazione angelica, ma impulso irrazionale che portava alla distruzione. Cavalcanti fu il poeta più importante prima di Dante.
In contrapposizione nacque la poesia comico-realistica con Cecco Angiolieri. Questi poeti misero in scena taverne, furbi, prostitute e il mondo borghese. L'amore tornava carnale e sensuale, in aperta protesta contro lo Stilnovo. Cecco visse da "emarginato" e si pose come elemento di rottura, diventando un vero poeta moderno.
Interessante: La poesia comico-realistica si riallacciava alla tradizione dei giullari che cantavano, ballavano e raccontavano barzellette nelle piazze!