La Scapigliatura: Ribelli contro il proprio tempo
Immagina di vivere in un'Italia appena unita dove tutto sta cambiando velocemente: è proprio in questo contesto che nasce la Scapigliatura nel 1862. Il termine viene coniato da Cletto Arrighi nel suo romanzo "La scapigliatura e il 6 febbraio", che racconta una rivolta operaia milanese del 1853.
Il movimento ha sede principale a Milano, una città già industrializzata che rappresenta il nuovo mondo capitalista. Qui gli intellettuali si sentono in crisi: la società vuole opere "utili" e commerciabili, ma loro vorrebbero esprimere liberamente i propri sentimenti. Questo conflitto genera un profondo disagio esistenziale.
I protagonisti principali sono Emilio Praga, Iginio Tarchetti e Carlo Dossi. Questi autori, pur essendo borghesi, attaccano proprio i valori della loro classe sociale. È una contraddizione che li porta all'autoemarginazione: vivono tra salotti e osterie, spesso dediti ad alcol e droga.
💡 Ricorda: La Scapigliatura è considerata un'"avanguardia mancata" perché ha poca diffusione e durata limitata, ma rappresenta comunque un importante momento di transizione letteraria.
In ambito letterario rifiutano il sentimentalismo romantico e guardano alla Francia, ispirandosi alla bohème parigina e a Baudelaire con "I fiori del male" (1857). La loro rivoluzione? Sostituire il bello con il brutto, l'ideale con il reale, creando un nuovo realismo che non ha paura di mostrare gli aspetti più crudi della vita.