Il pessimismo combattivo e la solidarietà umana
Qui avviene la grande svolta del pensiero leopardiano: il pessimismo non porta più alla rassegnazione, ma alla lotta e alla solidarietà. Leopardi denuncia come la sua epoca esalti falsamente il progresso mentre torna alla barbarie, proclami la libertà mentre rende schiavo il pensiero.
La vera nobiltà non consiste nel vantare la grandezza dell'uomo con "fetido orgoglio", ma nel guardare coraggiosamente il destino comune e dire la verità sulla nostra condizione. Da questa consapevolezza nasce un pessimismo combattivo ed eroico.
Leopardi propone una rivoluzione: invece di combattersi tra loro, gli uomini dovrebbero coalizzarsi contro la natura, loro vera nemica. Questo creerebbe la "social catena", una società più giusta fondata su "vero amor", "giustizia" e "pietà". Non promette la felicità (impossibile), ma una civiltà più umana.
Il compito dell'intellettuale è "rendere palesi al vulgo" questi concetti, diffondere la consapevolezza del vero e spingere gli uomini alla fraternità attraverso la conoscenza della loro comune condizione.
💡 Nota bene: Questo non è più il Leopardi solo e disperato: è un pensatore che crede nella possibilità di una società migliore attraverso la solidarietà.