I primi tre canti dell'Inferno: l'inizio del viaggio
Il primo canto ti catapulta subito nell'azione: Dante si ritrova perduto in una selva oscura nella notte del Venerdì Santo del 1300. È un momento di crisi esistenziale che tutti possiamo capire - quella sensazione di essere completamente smarriti nella vita.
Quando finalmente intravede un colle illuminato dal sole, Dante pensa di essere salvo. Ma tre belve feroci gli bloccano la strada: una lonza (lussuria), un leone (superbia) e una lupa (avarizia). Queste non sono bestie qualsiasi, ma rappresentano i tre peccati principali che allontanano l'uomo da Dio.
Proprio quando tutto sembra perduto, appare Virgilio, il grande poeta latino che Dante ammira tantissimo. Virgilio gli propone un percorso alternativo: un viaggio attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso per raggiungere la salvezza.
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Il secondo canto mostra Dante pieno di dubbi. Si chiede: "Ma chi sono io per fare questo viaggio? Solo Enea e San Paolo hanno avuto questo privilegio!" È la classica sindrome dell'impostore che proviamo tutti quando affrontiamo sfide importanti.
Virgilio lo rassicura spiegandogli che tre donne benedette si sono interessate al suo destino: la Vergine Maria, Santa Lucia e soprattutto Beatrice. Questo crea una catena di grazia divina che scende dal Paradiso fino al Limbo per salvare Dante.
Il terzo canto segna l'ingresso vero e proprio nell'Inferno. Dopo aver superato la famosa porta con la scritta che termina con "Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate", Dante incontra i primi dannati: gli ignavi.
Questi sono coloro che in vita non hanno mai preso posizione, né per il bene né per il male. Tra loro Dante riconosce qualcuno che "fece per viltade il gran rifiuto" - probabilmente Papa Celestino V. Poi arrivano sulla riva dell'Acheronte, dove il traghettatore Caronte inizialmente rifiuta di trasportare Dante perché è ancora vivo.