Giovanni Verga: il maestro del Verismo
Se dovessi scegliere il re del Verismo italiano, quello sarebbe sicuramente Giovanni Verga (1840-1922). La sua carriera è un perfetto esempio di evoluzione artistica.
Le sue prime opere, come "Storia di una capinera", sono ancora influenzate dal Romanticismo. Poi, grazie al movimento della Scapigliatura e a un soggiorno a Milano, Verga inizia a fondere passione amorosa e critica sociale.
Il punto di svolta arriva nel 1878 con "Rosso Malpelo": qui nasce la sua poetica verista basata sulla rappresentazione completa di personaggi e ambienti, senza giudizi personali. A differenza di Zola, che crede di poter cambiare la realtà, Verga pensa che la letteratura serva solo per far conoscere una realtà immutabile.
Il suo progetto più ambizioso è il ciclo dei "Vinti": un affresco completo della società italiana dall'epoca, dalla classe lavoratrice all'aristocrazia. L'idea è geniale quanto tragica: mostrare come tutti, a modo loro, siano destinati alla sconfitta.
💡 Curiosità: Verga smette di scrivere negli anni Novanta per dedicarsi ai suoi beni agricoli!