La Conclusione Apocalittica de "La Coscienza di Zeno": Analisi del Finale
Nel celebre finale de La Coscienza di Zeno, il protagonista giunge a una profonda riflessione sulla condizione umana e sulla malattia come stato naturale dell'esistenza. Zeno Cosini comprende che la malattia non è una condizione individuale da cui guarire, ma piuttosto lo stato permanente dell'umanità. La vita stessa, nella sua mortalità intrinseca, è una forma di malattia incurabile.
Evidenziazione: La malattia non è più vista come una condizione individuale ma come uno stato universale dell'umanità moderna, corrotta dal progresso tecnologico.
La critica alla società moderna emerge con particolare forza quando Zeno analizza il rapporto tra progresso tecnologico ed evoluzione naturale. Il protagonista sostiene che gli "ordigni" lemacchineelatecnologia hanno alterato il naturale processo di selezione darwiniana, creando uno squilibrio fondamentale nell'ordine naturale. Questa alterazione ha portato al prosperare di malattie sia fisiche che morali, rendendo la società stessa malata e incurabile.
Citazione: "Ed è l'ordigno che crea la malattia con l'abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare."
La conclusione del romanzo presenta una visione apocalittica che anticipa sorprendentemente i timori dell'era atomica. Svevo, attraverso le parole di Zeno, profetizza che un uomo "più malato degli altri" creerà un ordigno devastante che provocherà una catastrofe finale. Questa profezia, scritta negli anni '20, sembra presagire l'avvento della bomba atomica e riflette una profonda preoccupazione per le conseguenze del progresso tecnologico incontrollato.