Dal fidanzamento alla morte del Principe
Nell'ottobre 1860, Tancredi scrive allo zio dichiarando il suo amore per Angelica, deludendo Concetta che era innamorata di lui. Don Fabrizio si prepara a chiedere la mano della ragazza per il nipote.
Durante una battuta di caccia con Don Ciccio Tumeo, il Principe constata "la stupenda accelerazione della storia" discutendo del plebiscito per l'annessione. Il confronto rivela il broglio elettorale organizzato per garantire la vittoria del sì, ma anche l'inevitabilità del cambiamento.
Nel novembre 1860, il fidanzamento procede secondo le rigide etichette aristocratiche. Don Calogero si nobilita gradualmente attraverso il contatto con l'aristocrazia, mentre i due giovani passano ore romantiche nelle stanze polverose di villa Salina.
Arriva da Girgenti il cavaliere Chevalley di Monterzuolo, funzionario piemontese che propone a Don Fabrizio di entrare in Parlamento. Il Principe rifiuta, riflettendo su come l'adesione formale non significhi vera partecipazione. Si sente troppo legato al vecchio mondo per credere nel nuovo.
Nel febbraio 1861, padre Pirrone torna al suo paese natale per risolvere una lite familiare, dimostrando astuzia e capacità diplomatiche inaspettate.
Nel novembre 1862, durante un ballo a palazzo Ponteleone, Don Fabrizio balla una mazurca con Angelica, momento di bellezza che contrasta con la sua crescente malinconia e senso di esclusione dalla vita.
💡 Evoluzione: Il rifiuto della carica senatoriale segna definitivamente la scelta di Don Fabrizio di rimanere spettatore piuttosto che protagonista del cambiamento.