La Rivoluzione Linguistica di Manzoni
Manzoni non voleva solo raccontare una storia, ma dare all'Italia una lingua unitaria. Per questo motivo impiegò vent'anni a scrivere il romanzo, dal 1821 al 1840, non tanto per il contenuto quanto per perfezionare la lingua.
Le tre edizioni mostrano questa evoluzione: "Fermo e Lucia" (1821) in lombardo con influenze francesi, la "Ventisettana" (1827) orientata verso il fiorentino, e infine la "Quarantana" (1840) scritta nel toscano colto dopo che Manzoni si trasferì a Firenze per impararlo perfettamente.
I temi centrali sono patria, storia e religione, con totale assenza del sentimento tipico del romanticismo europeo. La Provvidenza è il filo conduttore: Dio premia i buoni e punisce i cattivi, anche se i suoi modi sono imperscrutibili.
Manzoni usa un espediente letterario geniale: finge di aver trovato un vecchio manoscritto del Seicento chiamato "L'Anonimo" e di averlo semplicemente trascritto. Questo trucco rende la storia più credibile e gli permette di criticare lo stile barocco dell'epoca fingendo di citarlo.
💡 Curiosità: Manzoni chiude definitivamente con l'italiano del Trecento e la retorica incomprensibile, creando il modello della lingua italiana moderna che usiamo ancora oggi.