Miguel de Cervantes: Il pensiero e la poetica
Cervantes segna il passaggio dal Rinascimento al Barocco con il suo Don Chisciotte. Anche se parte dalle regole rinascimentali, le supera completamente. Lo vedi già dal paesaggio: se prima i personaggi agivano su sfondi luminosi, ora l'atmosfera diventa buia e nebbiosa.
Il tema della follia di Don Chisciotte diventa uno strumento geniale per esprimere il rimpianto del passato. L'uomo del Seicento deve confrontarsi con una realtà che gli sfugge di mano - non più perfetta e immutabile, ma piena di errori e cambiamenti continui.
Cervantes usa l'ironia per denunciare le meschinità della sua epoca. Attraverso le avventure assurde del suo eroe, mette in luce il provincialismo e i comportamenti tutt'altro che eroici della società del tempo.
Nota bene: La follia del protagonista rappresenta simbolicamente la difficoltà dell'uomo moderno nel confrontarsi con una realtà sempre più complessa e sfuggente.
La struttura del Don Chisciotte
Il Don Chisciotte è l'opera più importante del Siglo de Oro spagnolo ed è diviso in due parti ben distinte. Nella prima parte (1605), dopo la dedica, troviamo un prologo ironico dove Cervantes dice di aver iniziato a scrivere in prigione.
L'autore prende le distanze dalle opere erudite del suo tempo, dichiarando che la sua manca di citazioni filosofiche e riferimenti alle Sacre Scritture. Poi racconta la prima uscita capitoli1−6 e la seconda uscita (7-52) di Don Chisciotte dal suo paese.
La seconda parte inizia con una polemica contro Avellaneda, che aveva scritto un falso seguito. Cervantes dichiara di voler portare Don Chisciotte "fino in fondo" perché nessuno possa più impossessarsene. Qui racconta la terza uscita, il rinsavimento e la morte del protagonista.