La poetica del vago e dell'indefinito
La teoria del piacere non è solo filosofia - diventa anche la base della poetica leopardiana. Se nella realtà il piacere infinito è irraggiungibile, possiamo immaginarcelo attraverso tutto ciò che è "vago e indefinito": paesaggi lontani, suoni indistinti, cose ignote.
Leopardi sviluppa una vera "teoria della visione": è piacevole vedere una siepe, un albero, una torre perché stimolano l'immaginazione e il fantastico prende il posto del reale. Queste immagini sono suggestive soprattutto perché evocano sensazioni che ci hanno affascinato da bambini - la "rimembranza" diventa essenziale.
Gli antichi erano maestri di questa poesia vaga e indefinita perché erano più vicini alla natura, immaginosi come fanciulli. I moderni invece hanno perso questa capacità a causa della ragione: sono disincantati e infelici, possono fare solo poesia sentimentale e filosofica.
Leopardi, pur sapendo di appartenere all'età moderna, non rinuncia al carattere immaginoso dei suoi versi. Continuerà a vagheggiare le illusioni attraverso la memoria, creando una poesia che unisce consapevolezza moderna e freschezza antica.
Il classicismo romantico: una sintesi originale
Leopardi doveva scegliere tra classicisti e romantici, ma la sua posizione è originalissima. Critica il classicismo accademico e pedantesco, ma anche l'artificiosità romantica nella ricerca dello strano e dell'orrido.
Per lui i classici antichi sono modelli non perché seguono regole rigide, ma perché rappresentano poesia fresca e spontanea. Nasce così il suo "classicismo romantico": riprende i classici con spirito romantico, privilegiando la lirica come espressione immediata dell'io e dei sentimenti.
💡 Concetto importante: Il classicismo romantico non è una contraddizione - i due più grandi poeti romantici italiani, Leopardi e Foscolo, furono entrambi classicisti convinti.