La Ginestra: Il Testamento Poetico
La Ginestra o il Fiore del Deserto è l'ultima grande poesia di Leopardi. Si apre con una citazione evangelica usata paradossalmente: "gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce".
Sul Vesuvio sterminatore cresce solo la ginestra, fiore che sopravvive mentre le civiltà muoiono. La ginestra diventa simbolo della poesia: "pietosa e consolatrice", "quasi i danni altrui commiserando".
Leopardi attacca duramente il suo "secol superbo e sciocco" - l'Ottocento - che crede nel progresso cieco invece di guardare la realtà. È un secolo culturalmente regressivo che ha rifiutato gli obiettivi del Rinascimento. L'ottimismo romantico è vigliacco perché volta le spalle al vero.
La vera nobiltà sta nel guardare il destino comune senza sottrarre nulla al vero, riconoscendo "il male che ci è dato in sorte". Invece di unirci contro la natura, ci diamo la colpa a vicenda. Leopardi fonda un'etica di solidarietà basata sulla consapevolezza della fragilità umana.
La natura non ha più considerazione per l'uomo che per le formiche. La ginestra è più saggia perché non crede di essere immortale: quando arriva la lava piega il capo senza ribellarsi, ma non lo piega preventivamente.
Messaggio fondamentale: La consapevolezza del vero non uccide l'amore per la vita - questa è la lezione finale di Leopardi!