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30/9/2022
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1. LA NASCITA DEL MOVIMENTO FUTURISMO Dopo una lunga fase di depressione economica, nei primi anni del novecento l'Europa conosce un periodo di rinnovato sviluppo; anche l'Italia, una realtà ancora arretrata e prevalentemente agricola, è investita da una rapida crescita industriale. E scoperte scientifiche tecnologiche, l'avvento delle macchine, il progresso delle comunicazioni e l'ampliamento dei trasporti non solo dal nuovo impulso alla produzione, ma mutano il volto della società, trasformando la sensibilità degli individui. Il futurismo è un avanguardia, che guarda avanti, è quel movimento che propone qualcosa, come la scapigliatura che ha avuto un atteggiamento di presta ma non di avanguardia. NOTURISMO 2. LE IDEE E I MITI FUTURISEN FUTURISMO In Italia il futurismo, prese piede sopratutto a Milano. È un movimento che è nato il 20 febbraio 1909, quando Filippo Tommaso Marinetti, sul giornale "Le Figaro", pubblica il manifesto.Nel manifesto vengono toccati i più svariati campiti delle attività umane: l'arte, letteratura, la pittura, la scultura, addirittura lambito della cucina, in tutti questi ambiti ha un'importanza fondamentale il culto della macchina. Naturalmente l'ideale dei futuristi è che sono materialisti e quindi in tutte le loro opere cercano l'esaltazione della macchina, della velocità (costruzione dei primi aerei), l'uomo che sa dominare la materia a suo piacimento. Il clima generale in cui nasce il futurismo, è un clima di forte sviluppo tecnologico, nel senso...
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che i futuristi abbracciano tutto ciò che è proposto dal progresso scientifico, tecnico, fanno propri gli sviluppi; perché l'obbiettivo dei futuristi è quello di fondare una nuova civiltà, e lo voglio fare rompendo completamente con il passato; gli avversari del futurismo sono bollati con l'etichetta "passatisti", esponenti di un pensiero giudicato arretrato. L'adorazione della modernità si accompagna di conseguenza una costante polemica contro tutto ciò che viene reputato vecchio e sorpassato. Marinetti propone di distruggere musei e biblioteche e accademie; si tratta di provocazioni funzionale un progetto di tale rottura con la cultura tradizionale e la mentalità conservatrice. Dal punto di vista politico si proclamano nazionalisti e interventisti, cioè a favore della guerra. -> Uno di loro, Giovanni Papini, un intellettuale del movimento aveva affermato in questo periodo che la guerra rappresentava l'unica igiene del mondo; la guerra serve a fare pulizia tra gli uomini, è un concetto in analogia con D'Annunzio, super-omistico (Darwin). Propongono il primato dell'istino sulla ragione, se l'istinto prevale sulla ragione allora va bene tutto, è ammessa qualsiasi azione. C'è uno stretto legame con il fascino nascente, il fascino nasce come partito politico a tutti gli effetti nel biennio rosso, quindi prima dell'esplosione della prima guerra mondiale. La differenza è che il punto di partenza dei futuristi è la rottura dell'ordine costituito, per i futuristi il presenta va distrutto per crearne uno nuovo, è proprio sulle ceneri del passato che vuole costruire qualcosa. Il disprezzo della donna appare come un punto pragmatico dal manifesto di fondazione, non va preso alla lettera: non è il sesso femminile in quanto tale essere denigrato, ma lo stereotipo della creatura fatale. Si tratta dunque di un antifemminismo artistico, polemico nei riguardi della morbosità decadente e dell'amore inteso come voluttà sensuale. Marinetti il primo intellettuale italiano da affrontare la questione femminile, con un punto di vista decisamente progressista invocando una piena emancipazione delle donne anche attraverso la concessione del voto e della parità salaria e giuridica Al futurismo aderiscono molti scrittori e pittori, si erge a difendere le donne, viene affrontata e gestita anche in termini aggressivi, l'emancipazione femminili; quindi il futurismo si pone sempre come una vera e propria aggressività. Vogliono proiettarsi nel futuro, distruggendo il passato. Viene scritto un manifesto nei più svariati ambiti di trattazione, abbiamo il manifesto della letteratura che tratta dei temi della lingua e della letteratura italiana. 3. LA RIVOLUZIONE LETTERARIA I futuristi propongono di abolire le regole linguistiche che compongono la lingua. Quindi la lingua viene completamente dissolta, non vogliono più scrivere secondo regole. Le regole sono il segno del passato, quindi loro vogliono disintegrare queste regole; concretamente utilizzeranno le stessete parole italiane, ma è un modo diverso di utilizzare le parole, viene utilizzato un modo in cui la lingua viene dissolta e le parole vengono utilizzate in libertà, paroliberismo. Il Paroliberismo è l'abolizione della punteggiatura, l'uso del verbo all'infinito, l'ortografia libera costituiscono tutti elementi di purificazione del linguaggio futurista; al posto dei segni di interpunzione raccomanda l'uso di segni matematici e indicazioni ritmiche che possono rendere il movimento e la quantità. Ne scaturisce l'idea di un'arte essenziale, dominata dai suoni, ricorrente è l'uso dell'onomatopea e il movimento dall'aspetto visivo: una vera e propria rivoluzione tipografica. Assume un'importanza decisiva la collocazione delle parole nella pagina bianca, c'è materialmente un messaggio visivo. Si definiscono incendiari, dopo che hanno bruciato tutte le biblioteche, è una deflagrazione, vogliono bruciare, annullare totalmente il passato. 4. I LUOGHI E I PROTAGONISTI Milano è la capitale culturale dell'Italia, oltre che a Milano si diffuse a Firenze e a Roma. I protagonisti sono: F.T. MARINETTI FUTURISTA ZANG TUMB TUMB ADRIANOPOLI OTTOBRE 1912 Bragaaglia • Prampolini Poeti : . Corrad Govoni TUUUMB TU TU TU -> Firenze . Giovanni Papini Ardengo Soffici Rivista che collabora con questo movimento: l'acerba che è un rivista quindcinale propone questa visione teppistica Aldo Palazzeschi Ardengo Soffici IN LIBERTA Roma Marinetti si trasferisce nel 1925 e porta queste idee, in questa data Roma diventa la capitale del futurismo A Roma ci sono numerose riviste che lavorano, ci sono anche casa d'arte le Atellier. Aprirono delle atiler: . Balla • Boccioni EDIZIONS FUTUMISTE IL PRIMO MANIFESTO - Marinetti Parla un soggetto, identificato in noi, una pluralità di soggetti -> 1. amano e vogliono affrontare il pericolo (inquietudine di fondo) 2. Il coraggio 3. La letteratura esalto l'immobilità pensa Vogliono introdurre l'aggressività e l'odio I futuristi corrono sulla strada della loro vita, fanno salti mortali, danno schiaffi e pugni perché vogliono svegliare l'umanità. Il concetto di lotta riprende il concetto anche di lotta sociale (Marx), è l'esito di una conquista e la lotta da l'idea dell'aggressività, è connaturata nel termine stesso di lotta. Rivoluzione è un cambiamento improvvisa e aggressivo che implica la violenza, riforma è un cambiamento diluito nel tempo. I futuristi si sentono dei rivoluzionari. Parlano di violento assalto. L'uomo è al centro, visione antropocentrica, l'uomo è il responsabile delle sue scelte, della sua vita, di tutto quello che è. Proiezione al futuro, punto 8 spiega proprio da dove deriva il nome dei futuristi, loro non si guardano indietro. Il culto della velocità è eterna e onni presente nello spazio. Sono assolutamente contro la donna, misoginia; anche se la donna viene esaltata, allo stesso tempo i futuristi la disprezzano perché si impone l'uomo, forma contraddittoria di maschilismo. Il manifesto è un teso molto contraddittorio. Il concetto di folla lo ritroviamo anche in D'Annunzio, il quale guarda con disprezzo la folla, i futuristi è come se fossero e si concepissero come tanti super-uomini. Il manifesto è proprio un manifesto di violenza, è incendiaria -> è l'annuncio proprio di un nuovo movimento, di una nuova era. BOMBARDAMENTO DI ADRIANOPOLI Il tema principale è la guerra tra Grecia Ungheria e Serbia contro gli Ottomani. Uno scontro avviene ad Adrianpoli, questa battaglia, questo bombardamento. È ricco di onomatopee e disordine, non c'è punteggiatura, non ci sono lettere maiuscole, usano il neretto per sottolineare qualcosa di intenso e importante. Vampe -> nuvola che parte dal basso, sarebbe il fumo che nasce proprio dal bombardamento. È la confusione generale, i verbi sono all'infinito dall'inizio. È la deflagrazione della letteratura. Il messaggio passa attraverso i sensi senza un ordine logico, il messaggio viene comunque consegnato attraverso mezzi nuovi. ALDO PALAZZESCHI Poeta fiorentino, nasce a Firenze nel 1885, Palazzeschi è uno pseudonimo, non si sa da dove provenisse, il suo vero nome è Aldo Giurlani. Si avvicina al futurismo dove aver viaggiato, e aver visto anche Parigi; a Parigi incontra Marinetti da qui è affascinato al futurismo. Palazzeschi aderisce al futurismo ma non completamente, alcune tendenze non le condivide, non è nazionalista e non esalta la guerra (non eran interventista), la sua è una posizione più ragionevole. Nel 1915 rompe i rapporti con Marinetti a causa di questo suo dissenso. Dopo aver vissuto a Firenze fino al 1950, si trasferisce a Roma dove muore nel 1974. Partecipa al periodo culturale con le sue produzioni di poesie ma senza inserirsi direttamente nei dibattiti. La sua produzione poetica ha una matrice crepuscolare è legato al crepuscolarismo; poi c'è come un'esplosione futurista è come se subentrasse la sua allegria esplosiva; ha una visione dissacrante e trasgressiva della realtà, indubbiamente riconducibile al futurismo Scrive una favola allegorica -> "il codice di Perela", Perela è un uomo inconsistente che va dove porta il vento, ma è una cosa positiva perché è un simbolo di libererà, quando si muove crea scompiglio a tal punto che nel paese dove vive viene addirittura imprigionato, ma essendo inconsistente si dissolve e sparisce per sempre. La sua poesia poi si raccoglie in "Poemi" (nome della raccolta) e "l'incendiario". La sua è una visone trasgressiva e dissacrante (dissacra ciò che era sacro) della lingua e della letteratura. Palazzeschi è un figura a parte nel panorama del futurismo non partecipa all'attività politica, ed è anomalo per un futurista, Palazzeschi rimane esterno, ha una visione della relata diversa, di fatto propone il nulla, qualcosa che non esiste CHI SONO? Il poeta infatti mette a nudo il suo cuore, in una vaga richiesta di corrispondenza, se non di comprensione e condivisione "c'è qui una demistificazione sofferta della condizione del poeta; certo, sminuita rispetto alle esaltazioni dannunziane (e anche pascoliane), ma vista come ancora capace di esprimere un'esperienza patetica aristocratica, una follia e una malinconia che appaiono ancora un segno d'eccezionalità in una società meschina che non chiede più nulla alla poesia. L'immagine finale del saltimbanco [...] è pur sempre un'immagine di libertà, di gioco magari pericoloso, ma che rifiuta la necessità imposta dal conformismo, anche se appare chiusa in una solitudine malinconica di sradicato". E LASCIATEMI DIVERTIRE Con Palazzeschi c'è la punteggiatura, è uno stile decisamente più legato alla tradizione. Questa poesia parla del poeta, il ruolo del poeta nella società. La poesia sembra un filastrocca dei bambini per agli divertire, sembra prima di senso ma in realtà un senso c'è ed è la denuncia dl nuovo ruolo del poeta.