Dei Sepolcri: Il Capolavoro della Maturità
I "Sepolcri" nascono come risposta all'editto napoleonico di Saint-Cloud (1804-1806) che regolamentava le sepolture: fuori città, lapidi solo con nome e cognome, spesso fosse comuni. Un editto per motivi igienici e ideologia ugualitaria.
Foscolo risponde con un carme di 295 versi endecasillabi sciolti - un genere raro che richiama l'antichità. È scritto come epistola poetica a Pindemonte, che aveva una visione cattolica della tomba.
Foscolo presenta una visione laica: pur negando la sopravvivenza religiosa, vede nell'illusione della tomba un modo per instaurare un rapporto tra vivi e morti attraverso la memoria. La tomba ha una funzione civilizzatrice: ricordando i grandi del passato, spinge l'Italia al riscatto.
L'opera si divide in 4 parti che vanno dall'inutilità delle tombe per i morti alla loro utilità per i vivi, dalle sepolture inglesi ai grandi sepolti in Santa Croce, fino alla profezia sulla futura rovina di Troia salvata solo dalla poesia di Omero.
Lo stile alterna luoghi chiusi e aperti, con linguaggio aulico e sintassi complessa. La struttura è rigorosa ma le transizioni creano il "fumoso enigma" - non sempre è chiaro cosa il poeta voglia dire!
Messaggio centrale: Solo la poesia può salvare dall'oblio - come Omero ha salvato Troia, Foscolo salverà l'Italia dalla barbarie!