La vita di Montale
Eugenio Montale nasce nel 1896 a Genova da una famiglia ricca e vive da vicino l'esperienza della Prima Guerra Mondiale come volontario. Tornato a casa, incontra Anna Deliberti che diventerà una delle sue muse ispiratrici più importanti.
Nel 1925 pubblica "Ossi di seppia", la sua prima raccolta poetica che lo rende famoso. Successivamente si trasferisce a Firenze dove lavora come direttore del Gabinetto Vieusseux e collabora con il Corriere della Sera.
Il regime fascista nel 1938 lo priva del lavoro perché non si iscrive al partito. Durante questo periodo studia la letteratura inglese e conosce i grandi poeti Pound e Eliot. Muore a Milano nel 1981, quattro anni dopo aver vinto il Nobel.
💡 Da sapere: Montale non fu mai un poeta "di regime" - la sua indipendenza politica gli costò la carriera ma gli permise di rimanere fedele alla sua poetica.
La poetica di Montale
La poesia di Montale nasce dalla presa di coscienza del male di vivere. Le sue raccolte principali sono "Ossi di seppia" (1925), "Le occasioni" (1939) e "La bufera e altro".
Il poeta usa la poetica dell'oggetto: gli oggetti quotidiani diventano simboli che rappresentano la condizione umana. Non vuole descrivere la realtà, ma cercare un significato più profondo dell'esistenza.
Le figure femminili sono fondamentali nella sua poesia: rappresentano speranza di salvezza, ricordi del passato o fantasmi. Non vengono mai descritte fisicamente, ma attraverso piccoli dettagli come uno sguardo o i capelli.