Caratteristiche e innovazioni della canzone
Questa canzone è un perfetto esempio stilnovista che riprende temi di Guinizelli e Cavalcanti, ma con una novità rivoluzionaria. Dante supera la concezione cortese dell'amore come "servizio" e lo trasforma in pura contemplazione spirituale.
La struttura è raffinatissima: cinque stanze di quattordici versi endecasillabi ciascuna, con uno schema complesso ABBCABBCCDDCEE. La lingua mescola forme siciliane, latinismi e provenzalismi, creando uno stile elevato e "tragico".
Il congedo finale è geniale: Dante si rivolge direttamente alla canzone come a una figlia, raccomandandole di non mostrarsi alla "gente villana" che non capirebbe, ma solo alle donne cortesi. Questa struttura circolare richiama l'inizio e dà unità al componimento.
💡 Curiosità: Bonagiunta da Lucca nel Purgatorio citerà proprio questo testo come inizio delle "nove rime" e darà la celebre definizione di Dolce Stil Novo, riconoscendo a Dante il merito di essere poeta direttamente ispirato da Amore.