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29 nov 2025

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Cesare Pavese e Natalia Ginzburg: La casa in collina e altre opere

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Elfrida Nipolli

@elfridanipolli

Cesare Pavese è stato uno dei protagonisti più significativi della... Mostra di più

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# CESARE PAVESE

1) VITA > Cesare Pavese nacque nel 1908 a Santo Stefano Belbo, nelle Langhe torinesi, dove la famiglia ormai ("uno assurdo'

Vita e formazione di Cesare Pavese

Cesare Pavese nacque nel 1908 a Santo Stefano Belbo, nelle Langhe torinesi, un luogo che diventerà simbolico nella sua produzione letteraria. Perse il padre da bambino e venne educato dalla severa madre, un'esperienza che contribuì alla sua fragilità psicologica e alle difficoltà nell'affrontare "il mestiere di vivere".

Durante gli anni del liceo D'Azeglio ebbe come insegnante Augusto Monti, attorno al quale si formò un gruppo di giovani intellettuali antifascisti. Dopo la laurea in Lettere nel 1930 con una tesi su Walt Whitman, Pavese iniziò a lavorare nell'ambito editoriale e della traduzione, dimostrando particolare interesse per la letteratura americana.

Nel 1935 fu condannato a tre anni di confino a Brancaleone Calabro per possesso di lettere compromettenti. In questo periodo iniziò a tenere il suo celebre diario intitolato "Il mestiere di vivere". Rientrato a Torino, si dedicò all'attività editoriale presso Einaudi, passando dalla poesia alla prosa.

💡 La poesia di Pavese si distingue nettamente dall'Ermetismo dominante dell'epoca: mentre l'Ermetismo privilegiava la dimensione musicale, Pavese cercò di costruire una "poesia-racconto" con impianto narrativo e verso lungo.

Nel dopoguerra riprese intensamente la sua attività editoriale all'Einaudi e aderì al Partito Comunista. Dopo l'ultima delusione amorosa con l'attrice americana Constance Dowling, a cui dedicò la raccolta di versi "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi", Pavese vinse il premio Strega nel 1950 e poche settimane dopo si tolse la vita in una camera d'albergo a Torino.

La poesia e i temi principali

La raccolta "Lavorare stanca" segna il debutto poetico di Pavese e si distacca dall'Ermetismo allora dominante. Pavese concepisce ogni poesia come un racconto chiaro e pacato, utilizzando un verso lungo che va oltre l'endecasillabo tradizionale per dare sostanza alle immagini narrative.

Nella sua opera emergono costanti antitesi tematiche: campagna e città, ozio e lavoro, evasione e impegno, individualismo e società, infanzia e maturità, uomo e donna. La città rappresenta il luogo dell'inautenticità e della solitudine, mentre la campagna, in particolare la collina, è sede dei valori perduti a causa dell'oppressiva civiltà industriale.

Nel dopoguerra, Pavese abbandona la poesia-racconto per tornare a una concezione più tradizionale della poesia come canto lirico in versi brevi, dedicato a esprimere le sofferenze dell'io e il dolore provocato dall'amore.

# CESARE PAVESE

1) VITA > Cesare Pavese nacque nel 1908 a Santo Stefano Belbo, nelle Langhe torinesi, dove la famiglia ormai ("uno assurdo'

Il mito nella poetica di Pavese

La riflessione sul mito è centrale nell'opera di Pavese, che lo considera un elemento esistenziale e integrante della sua produzione letteraria. Questo interesse nasce dalla lettura di autori classici e moderni come Nietzsche, D'Annunzio e Mann, e viene approfondito attraverso studi specialistici.

Per Pavese, l'infanzia rappresenta il momento privilegiato in cui il mito viene vissuto spontaneamente e inconsapevolmente. I concetti del rustico, del primitivo e del selvaggio vengono proiettati nella regione delle Langhe, trasformando la collina nel luogo mitico per eccellenza, carico di valore simbolico.

Pavese concepisce la poesia come lo sforzo di "ridurre a chiarezza" i miti. Il mito è la materia informe, preesistente e universale, mentre compito dell'arte è dargli voce e forma attraverso la parola.

I suoi romanzi si fondano su situazioni storiche, geografiche e sociologiche precise. Il linguaggio che utilizza è attento e calibrato, rifiuta costruzioni elaborate e tende a forme elementari del discorso parlato.

"La casa in collina": il romanzo della crisi

"La casa in collina" narra la vicenda di Corrado, un professore torinese che si rifugia sulle colline per sfuggire ai bombardamenti sulla città. Qui incontra Cate, una donna che aveva amato in passato, e il figlio di lei, Dino, che potrebbe essere anche suo figlio.

La tranquillità apparente è interrotta da una retata dei nazisti che arrestano Cate e gli amici di Corrado. Il protagonista, dopo varie peripezie, decide di tornare al suo paese natale, alla sua "casa in collina". Durante il viaggio assiste a un'imboscata partigiana che lo porta a riflessioni amare sul senso della guerra e dell'esistenza.

💡 La collina nel romanzo rappresenta un luogo di rifugio sia dalla guerra che dalle persone: gli spazi aperti simboleggiano la pace, mentre quelli chiusi evocano riflessione o solitudine.

I personaggi principali includono:

  • Corrado: professore quarantenne schivo e solitario, incapace di prendere una posizione nella lotta antifascista
  • Cate: donna autonoma e determinata, ex compagna di Corrado
  • Dino: figlio di Cate, forse anche figlio di Corrado, che rappresenta l'entusiasmo e il coraggio della gioventù

Il romanzo esprime la lacerante tensione dell'autore verso la maturità e una propria realizzazione nella società. Pavese, attraverso il personaggio di Corrado, esplora il conflitto tra il desiderio di impegno e la tendenza alla fuga, riflettendo la sua personale difficoltà a prendere posizione durante la Resistenza.

# CESARE PAVESE

1) VITA > Cesare Pavese nacque nel 1908 a Santo Stefano Belbo, nelle Langhe torinesi, dove la famiglia ormai ("uno assurdo'

Analisi de "La casa in collina"

"La casa in collina" rappresenta l'espressione della tensione lacerante di Pavese verso la maturità e una propria realizzazione nella società. Il protagonista Corrado si trova diviso tra l'indifferenza verso il mondo esterno e lo stimolo all'impegno rappresentato dal gruppo delle Fontane, in particolare da Cate e Dino.

La presenza del bambino e della donna fanno presagire la possibilità di un'apertura per il protagonista, un'alternativa alla sua solitudine. Nonostante la guerra, Corrado riesce momentaneamente a partecipare a "un senso d'avventura", ma con la cattura di Cate e la sparizione di Dino ogni ottimismo crolla definitivamente.

Si crea così un solco invalicabile tra "chi arrischia, chi agisce davvero" e Corrado, troppo consapevole dei propri pensieri e del proprio egoismo: "chiedevo un letargo, un anestetico, una certezza di essere ben nascosto. Non chiedevo la pace del mondo, chiedevo la mia".

💡 Il personaggio di Corrado può essere interpretato sia come alter ego dello scrittore che come simbolo universale dell'uomo moderno e dell'insensatezza della morte.

I fatti storici, dai bombardamenti su Torino all'inizio della Resistenza, fanno da sfondo alle vicende del protagonista, ma vengono quasi messi da parte a causa della sua decisione di assecondare la propria paura. La scrittura di Pavese crea, anche attraverso un'esperienza personale, il simbolo di un dramma esistenziale più profondo della situazione storica contingente.

Natalia Ginzburg: vita e formazione

Natalia Levi nacque a Palermo nel 1916 da Giuseppe Levi, ebreo triestino professore di anatomia, e Lidia Tanzi, milanese cattolica. Ultima di cinque fratelli, crebbe in un ambiente intellettuale e antifascista. La famiglia si trasferì a Torino nel 1919, dove Natalia ricevette un'educazione atea che le causò un disagio di sentirsi "niente" - da adulta dirà di sentirsi sia ebrea che cattolica.

Non frequentò le elementari, occupandosi la madre della sua educazione. Conseguì la maturità classica e si iscrisse a Lettere, senza mai laurearsi. Nel 1934 iniziò a conoscere il clima di persecuzione: il fratello Mario fu fermato al confine svizzero per possesso di opuscoli antifascisti e molti arresti seguirono a Torino, incluso quello di Leone Ginzburg.

Ebreo nato a Odessa ma cresciuto in Italia, Ginzburg era traduttore, studioso di letteratura russa e attivista antifascista. Durante la sua detenzione scambiò lettere con Natalia, che sposò nel 1938, prendendo il suo cognome. Nel 1935 una nuova ondata di arresti colpì l'antifascismo torinese, incluso il fratello Alberto.

# CESARE PAVESE

1) VITA > Cesare Pavese nacque nel 1908 a Santo Stefano Belbo, nelle Langhe torinesi, dove la famiglia ormai ("uno assurdo'

Natalia Ginzburg: gli anni della guerra e dell'impegno politico

Nel 1938 Natalia sposò Leone Ginzburg, prendendone il cognome, ed ebbe da lui tre figli. Allo scoppio della guerra, Leone, che aveva perso la cittadinanza italiana a causa delle leggi razziali, fu internato a Pizzoli. Dopo il crollo del regime di Mussolini, Leone riprese l'attività editoriale e politica a Roma, ma con l'occupazione nazista fu arrestato e morì in carcere nel febbraio 1944 in seguito a torture.

Dopo la morte del marito, Natalia si nascose in un convento di Orsoline, poi si riparò a Firenze dalla zia. Tornò a Roma per lavorare e tentò il suicidio a causa della lontananza dei figli e dei genitori. Nel 1945 tornò a Torino, andò ad abitare dai genitori e divenne redattrice dell'Einaudi insieme a Pavese.

💡 Nelle sue opere, Ginzburg trasforma la memoria personale in letteratura universale: partendo da esperienze autobiografiche, crea storie in cui ogni lettore può riconoscersi.

Nel 1950 sposò Gabriele Baldini, da cui ebbe altri due figli. Continuò la sua attività letteraria e editoriale, collaborando con vari giornali come "La Stampa" e il "Corriere della Sera". Nel 1983 entrò in politica, candidandosi alla Camera dei Deputati come indipendente nelle liste del PCI. Visitò spesso le carceri italiane e si oppose fermamente al cambio di nome del partito.

Negli ultimi anni si dedicò a una ricerca su Manzoni che si concretizzò in "La famiglia Manzoni", con cui vinse il premio Bagutta. Morì nella sua casa a Roma il 7 ottobre 1991, dopo aver lavorato fino a due giorni prima della morte.

Le opere di Natalia Ginzburg

Natalia Ginzburg scrisse molte riflessioni e memorie sulle fantasticherie, malinconie e paure dell'infanzia. I suoi scritti si staccano dalla persona che li firma, diventando specchi nei quali ciascun lettore può riconoscersi. Gli scrittori da lei più amati furono i russi come Čechov, Dostoevskij e Tolstoj.

Il suo primo romanzo fu "La strada che va in città" (1942), pubblicato da Einaudi sotto lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte a causa delle leggi razziali. È un breve romanzo in cui dominano i personaggi femminili e un senso di dispersione dei rapporti umani.

"Lessico famigliare" (1963) è considerato il suo capolavoro: racconta la storia di una famiglia ebrea torinese durante il fascismo fino ai primi anni cinquanta, un'autobiografia comunitaria ricostruita a partire dal gergo quotidiano dei Levi. Vinse il premio Strega ed è un romanzo di cose vere, ma senza date e con qualche reticenza.

Nel corso della sua carriera, Natalia scrisse anche numerose commedie teatrali, iniziando con "Ti ho sposato per allegria". Con gli anni, i suoi personaggi mutarono: i personaggi maschili assunsero ruoli più importanti e i rapporti familiari divennero più penosi. L'ultima commedia, "L'intervista" (1988), coglie il senso profondo dei mutamenti che hanno stravolto l'Italia.

# CESARE PAVESE

1) VITA > Cesare Pavese nacque nel 1908 a Santo Stefano Belbo, nelle Langhe torinesi, dove la famiglia ormai ("uno assurdo'

Natalia Ginzburg: stile e temi

Lo stile di Natalia Ginzburg si distingue per una musicalità crudele nella reinvenzione della memoria, creando quello che Carlo Levi definì "l'invenzione della verità". Nei suoi libri convivono numerosi opposti: la vita quotidiana e la Storia, la realtà e la finzione, la luce che illumina le vicende umane e il buio che ne custodisce il nucleo più intimo.

Nei suoi racconti e romanzi, come "Valentino" e "Tutti i nostri ieri", Ginzburg esplora temi come l'omosessualità e la vita durante il fascismo in Piemonte. "Tutti i nostri ieri" rappresenta il suo primo tentativo di fare la biografia di una generazione e di una regione sotto il fascismo.

💡 Nei suoi scritti, Ginzburg riesce a trasformare l'esperienza personale in universale attraverso uno stile scarno ma intensamente comunicativo che permette ai lettori di rispecchiarsi nelle sue storie.

Sulla vita quotidiana con il marito Baldini scrisse "Lui e io", che Calvino definì il "più affettuoso poema della vita coniugale". La sua produzione comprende anche opere di saggistica come "Serena Cruz o la vera giustizia", in cui affronta un caso di adozione che suscitò polemiche.

Negli anni Settanta e Ottanta, Ginzburg si dedicò anche al giornalismo e alla politica, affrontando temi come la condizione femminile, l'aborto e il terrorismo. Nei suoi articoli politici, raccolti nel volume postumo "Non possiamo saperlo" (2001), espresse posizioni nette ma sempre attente alla complessità delle situazioni.

Il suo lascito letterario si caratterizza per la capacità di cogliere il senso profondo dei mutamenti sociali attraverso storie di vita quotidiana, creando opere che, partendo da esperienze personali, assumono valore universale.



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Recensioni dei nostri utenti. Ci adorano - e anche tu, vedrai .

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L'applicazione è molto facile da usare e ben progettata. Finora ho trovato tutto quello che cercavo e ho potuto imparare molto dalle presentazioni! Utilizzerò sicuramente l'app per i compiti in classe! È molto utile anche come fonte di ispirazione.

Stefano S

utente iOS

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utente Android

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Anna

utente iOS

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Anastasia

utente Android

Fantastica per qualsiasi materia avere gli appunti anche di altre persone è molto utile perchè posso confrontarmi e vedere come migliorarmi. con i quiz riesco ad apprendere al meglio.

Francesca

utente Android

moooolto utile,gli appunti sono belli e funzionanti,schoolGPT da dei consigli formidabili!!

Marianna

utente Android

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Sudenaz Ocak

utente Android

A scuola andavo malissimo in matematica, ma grazie a questa applicazione ora vado meglio. Vi sono molto grato per aver creato questa app.

Greenlight Bonnie

utente Android

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Aurora

utente Android

L’app funziona benissimo e puoi trovare qualsiasi tipo di informazione. Non ho l’abbonamento ma la parte gratuita è sufficiente per uno studio approfondito.

Martina

utente iOS

in questi ultimi mesi di scuola dove il tempo è ormai poco, mi sta aiutando molto perché piuttosto che farmi io gli schemi su quello che leggo sul libro guardo questi già fatti e li uso come ripasso piuttosto che rileggermi tutto il libro

Chiara

utente IOS

Questa app è una delle migliori, nient’altro da dire.

Andrea

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Samantha Klich

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Anna

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È bellissima questa app, la adoro. È utilissima per lo studio e mi aiuta molto, anzi moltissimo, ma soprattutto mi aiutano molto i quiz, per memorizzare anche quello che non sapevo

Anastasia

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Marianna

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L'applicazione è semplicemente fantastica! Tutto ciò che devo fare è inserire l'argomento nella barra di ricerca e ottengo la risposta molto velocemente. Non devo guardare 10 video di YouTube per capire qualcosa, quindi risparmio tempo. Consigliatissima!

Sudenaz Ocak

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A scuola andavo malissimo in matematica, ma grazie a questa applicazione ora vado meglio. Vi sono molto grato per aver creato questa app.

Greenlight Bonnie

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Knowunity è un applicazione fantastica,considerando che ha degli schemi veramente molto carini e sfiziosi e che ci sono dei quiz,oltre al fatto che questa cosa dell intelligenza artificiale "school gpt" è almeno per me molto utile, perché a differenza di Chatgpt ti da le spiegazioni, ti spiega ciò che non è chiaro! Posso studiare più velocemente tramite gli schemi e che posso pubblicare io stessa gli schemi è una funzione utilissima per gli altri studenti. Knowunity è PERFETTA

Aurora

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Martina

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in questi ultimi mesi di scuola dove il tempo è ormai poco, mi sta aiutando molto perché piuttosto che farmi io gli schemi su quello che leggo sul libro guardo questi già fatti e li uso come ripasso piuttosto che rileggermi tutto il libro

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Cesare Pavese e Natalia Ginzburg: La casa in collina e altre opere

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Cesare Pavese è stato uno dei protagonisti più significativi della letteratura italiana del Novecento. La sua produzione artistica è profondamente intrecciata con la sua tormentata vicenda esistenziale, segnata da fragilità psicologica, solitudine e un'inesorabile tensione verso la morte. Il suo... Mostra di più

# CESARE PAVESE

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Vita e formazione di Cesare Pavese

Cesare Pavese nacque nel 1908 a Santo Stefano Belbo, nelle Langhe torinesi, un luogo che diventerà simbolico nella sua produzione letteraria. Perse il padre da bambino e venne educato dalla severa madre, un'esperienza che contribuì alla sua fragilità psicologica e alle difficoltà nell'affrontare "il mestiere di vivere".

Durante gli anni del liceo D'Azeglio ebbe come insegnante Augusto Monti, attorno al quale si formò un gruppo di giovani intellettuali antifascisti. Dopo la laurea in Lettere nel 1930 con una tesi su Walt Whitman, Pavese iniziò a lavorare nell'ambito editoriale e della traduzione, dimostrando particolare interesse per la letteratura americana.

Nel 1935 fu condannato a tre anni di confino a Brancaleone Calabro per possesso di lettere compromettenti. In questo periodo iniziò a tenere il suo celebre diario intitolato "Il mestiere di vivere". Rientrato a Torino, si dedicò all'attività editoriale presso Einaudi, passando dalla poesia alla prosa.

💡 La poesia di Pavese si distingue nettamente dall'Ermetismo dominante dell'epoca: mentre l'Ermetismo privilegiava la dimensione musicale, Pavese cercò di costruire una "poesia-racconto" con impianto narrativo e verso lungo.

Nel dopoguerra riprese intensamente la sua attività editoriale all'Einaudi e aderì al Partito Comunista. Dopo l'ultima delusione amorosa con l'attrice americana Constance Dowling, a cui dedicò la raccolta di versi "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi", Pavese vinse il premio Strega nel 1950 e poche settimane dopo si tolse la vita in una camera d'albergo a Torino.

La poesia e i temi principali

La raccolta "Lavorare stanca" segna il debutto poetico di Pavese e si distacca dall'Ermetismo allora dominante. Pavese concepisce ogni poesia come un racconto chiaro e pacato, utilizzando un verso lungo che va oltre l'endecasillabo tradizionale per dare sostanza alle immagini narrative.

Nella sua opera emergono costanti antitesi tematiche: campagna e città, ozio e lavoro, evasione e impegno, individualismo e società, infanzia e maturità, uomo e donna. La città rappresenta il luogo dell'inautenticità e della solitudine, mentre la campagna, in particolare la collina, è sede dei valori perduti a causa dell'oppressiva civiltà industriale.

Nel dopoguerra, Pavese abbandona la poesia-racconto per tornare a una concezione più tradizionale della poesia come canto lirico in versi brevi, dedicato a esprimere le sofferenze dell'io e il dolore provocato dall'amore.

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Il mito nella poetica di Pavese

La riflessione sul mito è centrale nell'opera di Pavese, che lo considera un elemento esistenziale e integrante della sua produzione letteraria. Questo interesse nasce dalla lettura di autori classici e moderni come Nietzsche, D'Annunzio e Mann, e viene approfondito attraverso studi specialistici.

Per Pavese, l'infanzia rappresenta il momento privilegiato in cui il mito viene vissuto spontaneamente e inconsapevolmente. I concetti del rustico, del primitivo e del selvaggio vengono proiettati nella regione delle Langhe, trasformando la collina nel luogo mitico per eccellenza, carico di valore simbolico.

Pavese concepisce la poesia come lo sforzo di "ridurre a chiarezza" i miti. Il mito è la materia informe, preesistente e universale, mentre compito dell'arte è dargli voce e forma attraverso la parola.

I suoi romanzi si fondano su situazioni storiche, geografiche e sociologiche precise. Il linguaggio che utilizza è attento e calibrato, rifiuta costruzioni elaborate e tende a forme elementari del discorso parlato.

"La casa in collina": il romanzo della crisi

"La casa in collina" narra la vicenda di Corrado, un professore torinese che si rifugia sulle colline per sfuggire ai bombardamenti sulla città. Qui incontra Cate, una donna che aveva amato in passato, e il figlio di lei, Dino, che potrebbe essere anche suo figlio.

La tranquillità apparente è interrotta da una retata dei nazisti che arrestano Cate e gli amici di Corrado. Il protagonista, dopo varie peripezie, decide di tornare al suo paese natale, alla sua "casa in collina". Durante il viaggio assiste a un'imboscata partigiana che lo porta a riflessioni amare sul senso della guerra e dell'esistenza.

💡 La collina nel romanzo rappresenta un luogo di rifugio sia dalla guerra che dalle persone: gli spazi aperti simboleggiano la pace, mentre quelli chiusi evocano riflessione o solitudine.

I personaggi principali includono:

  • Corrado: professore quarantenne schivo e solitario, incapace di prendere una posizione nella lotta antifascista
  • Cate: donna autonoma e determinata, ex compagna di Corrado
  • Dino: figlio di Cate, forse anche figlio di Corrado, che rappresenta l'entusiasmo e il coraggio della gioventù

Il romanzo esprime la lacerante tensione dell'autore verso la maturità e una propria realizzazione nella società. Pavese, attraverso il personaggio di Corrado, esplora il conflitto tra il desiderio di impegno e la tendenza alla fuga, riflettendo la sua personale difficoltà a prendere posizione durante la Resistenza.

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"La casa in collina" rappresenta l'espressione della tensione lacerante di Pavese verso la maturità e una propria realizzazione nella società. Il protagonista Corrado si trova diviso tra l'indifferenza verso il mondo esterno e lo stimolo all'impegno rappresentato dal gruppo delle Fontane, in particolare da Cate e Dino.

La presenza del bambino e della donna fanno presagire la possibilità di un'apertura per il protagonista, un'alternativa alla sua solitudine. Nonostante la guerra, Corrado riesce momentaneamente a partecipare a "un senso d'avventura", ma con la cattura di Cate e la sparizione di Dino ogni ottimismo crolla definitivamente.

Si crea così un solco invalicabile tra "chi arrischia, chi agisce davvero" e Corrado, troppo consapevole dei propri pensieri e del proprio egoismo: "chiedevo un letargo, un anestetico, una certezza di essere ben nascosto. Non chiedevo la pace del mondo, chiedevo la mia".

💡 Il personaggio di Corrado può essere interpretato sia come alter ego dello scrittore che come simbolo universale dell'uomo moderno e dell'insensatezza della morte.

I fatti storici, dai bombardamenti su Torino all'inizio della Resistenza, fanno da sfondo alle vicende del protagonista, ma vengono quasi messi da parte a causa della sua decisione di assecondare la propria paura. La scrittura di Pavese crea, anche attraverso un'esperienza personale, il simbolo di un dramma esistenziale più profondo della situazione storica contingente.

Natalia Ginzburg: vita e formazione

Natalia Levi nacque a Palermo nel 1916 da Giuseppe Levi, ebreo triestino professore di anatomia, e Lidia Tanzi, milanese cattolica. Ultima di cinque fratelli, crebbe in un ambiente intellettuale e antifascista. La famiglia si trasferì a Torino nel 1919, dove Natalia ricevette un'educazione atea che le causò un disagio di sentirsi "niente" - da adulta dirà di sentirsi sia ebrea che cattolica.

Non frequentò le elementari, occupandosi la madre della sua educazione. Conseguì la maturità classica e si iscrisse a Lettere, senza mai laurearsi. Nel 1934 iniziò a conoscere il clima di persecuzione: il fratello Mario fu fermato al confine svizzero per possesso di opuscoli antifascisti e molti arresti seguirono a Torino, incluso quello di Leone Ginzburg.

Ebreo nato a Odessa ma cresciuto in Italia, Ginzburg era traduttore, studioso di letteratura russa e attivista antifascista. Durante la sua detenzione scambiò lettere con Natalia, che sposò nel 1938, prendendo il suo cognome. Nel 1935 una nuova ondata di arresti colpì l'antifascismo torinese, incluso il fratello Alberto.

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Natalia Ginzburg: gli anni della guerra e dell'impegno politico

Nel 1938 Natalia sposò Leone Ginzburg, prendendone il cognome, ed ebbe da lui tre figli. Allo scoppio della guerra, Leone, che aveva perso la cittadinanza italiana a causa delle leggi razziali, fu internato a Pizzoli. Dopo il crollo del regime di Mussolini, Leone riprese l'attività editoriale e politica a Roma, ma con l'occupazione nazista fu arrestato e morì in carcere nel febbraio 1944 in seguito a torture.

Dopo la morte del marito, Natalia si nascose in un convento di Orsoline, poi si riparò a Firenze dalla zia. Tornò a Roma per lavorare e tentò il suicidio a causa della lontananza dei figli e dei genitori. Nel 1945 tornò a Torino, andò ad abitare dai genitori e divenne redattrice dell'Einaudi insieme a Pavese.

💡 Nelle sue opere, Ginzburg trasforma la memoria personale in letteratura universale: partendo da esperienze autobiografiche, crea storie in cui ogni lettore può riconoscersi.

Nel 1950 sposò Gabriele Baldini, da cui ebbe altri due figli. Continuò la sua attività letteraria e editoriale, collaborando con vari giornali come "La Stampa" e il "Corriere della Sera". Nel 1983 entrò in politica, candidandosi alla Camera dei Deputati come indipendente nelle liste del PCI. Visitò spesso le carceri italiane e si oppose fermamente al cambio di nome del partito.

Negli ultimi anni si dedicò a una ricerca su Manzoni che si concretizzò in "La famiglia Manzoni", con cui vinse il premio Bagutta. Morì nella sua casa a Roma il 7 ottobre 1991, dopo aver lavorato fino a due giorni prima della morte.

Le opere di Natalia Ginzburg

Natalia Ginzburg scrisse molte riflessioni e memorie sulle fantasticherie, malinconie e paure dell'infanzia. I suoi scritti si staccano dalla persona che li firma, diventando specchi nei quali ciascun lettore può riconoscersi. Gli scrittori da lei più amati furono i russi come Čechov, Dostoevskij e Tolstoj.

Il suo primo romanzo fu "La strada che va in città" (1942), pubblicato da Einaudi sotto lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte a causa delle leggi razziali. È un breve romanzo in cui dominano i personaggi femminili e un senso di dispersione dei rapporti umani.

"Lessico famigliare" (1963) è considerato il suo capolavoro: racconta la storia di una famiglia ebrea torinese durante il fascismo fino ai primi anni cinquanta, un'autobiografia comunitaria ricostruita a partire dal gergo quotidiano dei Levi. Vinse il premio Strega ed è un romanzo di cose vere, ma senza date e con qualche reticenza.

Nel corso della sua carriera, Natalia scrisse anche numerose commedie teatrali, iniziando con "Ti ho sposato per allegria". Con gli anni, i suoi personaggi mutarono: i personaggi maschili assunsero ruoli più importanti e i rapporti familiari divennero più penosi. L'ultima commedia, "L'intervista" (1988), coglie il senso profondo dei mutamenti che hanno stravolto l'Italia.

# CESARE PAVESE

1) VITA > Cesare Pavese nacque nel 1908 a Santo Stefano Belbo, nelle Langhe torinesi, dove la famiglia ormai ("uno assurdo'

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Natalia Ginzburg: stile e temi

Lo stile di Natalia Ginzburg si distingue per una musicalità crudele nella reinvenzione della memoria, creando quello che Carlo Levi definì "l'invenzione della verità". Nei suoi libri convivono numerosi opposti: la vita quotidiana e la Storia, la realtà e la finzione, la luce che illumina le vicende umane e il buio che ne custodisce il nucleo più intimo.

Nei suoi racconti e romanzi, come "Valentino" e "Tutti i nostri ieri", Ginzburg esplora temi come l'omosessualità e la vita durante il fascismo in Piemonte. "Tutti i nostri ieri" rappresenta il suo primo tentativo di fare la biografia di una generazione e di una regione sotto il fascismo.

💡 Nei suoi scritti, Ginzburg riesce a trasformare l'esperienza personale in universale attraverso uno stile scarno ma intensamente comunicativo che permette ai lettori di rispecchiarsi nelle sue storie.

Sulla vita quotidiana con il marito Baldini scrisse "Lui e io", che Calvino definì il "più affettuoso poema della vita coniugale". La sua produzione comprende anche opere di saggistica come "Serena Cruz o la vera giustizia", in cui affronta un caso di adozione che suscitò polemiche.

Negli anni Settanta e Ottanta, Ginzburg si dedicò anche al giornalismo e alla politica, affrontando temi come la condizione femminile, l'aborto e il terrorismo. Nei suoi articoli politici, raccolti nel volume postumo "Non possiamo saperlo" (2001), espresse posizioni nette ma sempre attente alla complessità delle situazioni.

Il suo lascito letterario si caratterizza per la capacità di cogliere il senso profondo dei mutamenti sociali attraverso storie di vita quotidiana, creando opere che, partendo da esperienze personali, assumono valore universale.

Pensavamo che non l'avreste mai chiesto....

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Recensioni dei nostri utenti. Ci adorano - e anche tu, vedrai .

4.9/5

App Store

4.8/5

Google Play

L'applicazione è molto facile da usare e ben progettata. Finora ho trovato tutto quello che cercavo e ho potuto imparare molto dalle presentazioni! Utilizzerò sicuramente l'app per i compiti in classe! È molto utile anche come fonte di ispirazione.

Stefano S

utente iOS

Questa applicazione è davvero grande! Ci sono tantissimi appunti e aiuti con lo studio [...]. La mia materia problematica, per esempio, è il francese e l'app ha così tante opzioni per aiutarmi. Grazie a questa app ho migliorato il mio francese. La consiglio a tutti.

Samantha Klich

utente Android

Wow, sono davvero stupita. Ho appena provato l'app perché l'ho vista pubblicizzata molte volte e sono rimasta assolutamente sbalordita. Questa app è L'AIUTO che cercate per la scuola e soprattutto offre tantissime cose, come allenamenti e schede, che a me personalmente sono state MOLTO utili.

Anna

utente iOS

È bellissima questa app, la adoro. È utilissima per lo studio e mi aiuta molto, anzi moltissimo, ma soprattutto mi aiutano molto i quiz, per memorizzare anche quello che non sapevo

Anastasia

utente Android

Fantastica per qualsiasi materia avere gli appunti anche di altre persone è molto utile perchè posso confrontarmi e vedere come migliorarmi. con i quiz riesco ad apprendere al meglio.

Francesca

utente Android

moooolto utile,gli appunti sono belli e funzionanti,schoolGPT da dei consigli formidabili!!

Marianna

utente Android

L'applicazione è semplicemente fantastica! Tutto ciò che devo fare è inserire l'argomento nella barra di ricerca e ottengo la risposta molto velocemente. Non devo guardare 10 video di YouTube per capire qualcosa, quindi risparmio tempo. Consigliatissima!

Sudenaz Ocak

utente Android

A scuola andavo malissimo in matematica, ma grazie a questa applicazione ora vado meglio. Vi sono molto grato per aver creato questa app.

Greenlight Bonnie

utente Android

Knowunity è un applicazione fantastica,considerando che ha degli schemi veramente molto carini e sfiziosi e che ci sono dei quiz,oltre al fatto che questa cosa dell intelligenza artificiale "school gpt" è almeno per me molto utile, perché a differenza di Chatgpt ti da le spiegazioni, ti spiega ciò che non è chiaro! Posso studiare più velocemente tramite gli schemi e che posso pubblicare io stessa gli schemi è una funzione utilissima per gli altri studenti. Knowunity è PERFETTA

Aurora

utente Android

L’app funziona benissimo e puoi trovare qualsiasi tipo di informazione. Non ho l’abbonamento ma la parte gratuita è sufficiente per uno studio approfondito.

Martina

utente iOS

in questi ultimi mesi di scuola dove il tempo è ormai poco, mi sta aiutando molto perché piuttosto che farmi io gli schemi su quello che leggo sul libro guardo questi già fatti e li uso come ripasso piuttosto che rileggermi tutto il libro

Chiara

utente IOS

Questa app è una delle migliori, nient’altro da dire.

Andrea

utente iOS

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Stefano S

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Anna

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Greenlight Bonnie

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Aurora

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Chiara

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Andrea

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