I Quaderni di Serafino Gubbio operatore rappresentano un'opera fondamentale nella produzione letteraria di Luigi Pirandello, pubblicata inizialmente nel 1915.
Il romanzo, attraverso la figura del protagonista Serafino Gubbio, operatore cinematografico, esplora temi cruciali come l'alienazione dell'uomo moderno e il conflitto tra tecnologia e umanità. La narrazione si sviluppa in forma di diario, dove Serafino registra le sue osservazioni sulla vita nel mondo del cinema muto, utilizzando il silenzio come elemento simbolico centrale. La trama si intreccia attorno alle vicende della Kosmograph, casa cinematografica romana, dove emergono personaggi emblematici come la misteriosa attrice Varia Nestoroff e il tragico destino dell'attore Aldo Nuti.
L'opera affronta tematiche fondamentali come il rapporto tra realtà e finzione, il ruolo della macchina nella società moderna e la crisi d'identità dell'individuo. Pirandello sviluppa una profonda riflessione sulla modernità attraverso la metafora del cinema, dove la macchina da presa diventa simbolo dell'alienazione umana. Il protagonista, costretto al silenzio durante le riprese, rappresenta l'uomo moderno privato della sua voce e ridotto a mero ingranaggio meccanico. La struttura narrativa, divisa in quaderni, permette all'autore di esplorare diversi livelli di realtà e di mettere in discussione il concetto stesso di verità oggettiva, tema centrale anche in altre opere come "Uno, nessuno e centomila". Le maschere sociali, altro elemento tipico della poetica pirandelliana, emergono attraverso i personaggi che popolano il mondo del cinema, ciascuno costretto a recitare un ruolo sia davanti che dietro la macchina da presa.