"S'i' fosse foco": Un sonetto esplosivo
Questo sonetto è probabilmente l'opera più famosa di Cecco e rappresenta perfettamente il suo spirito distruttivo e anarchico. Il poeta immagina di essere diversi elementi naturali o figure di potere per esprimere la sua rabbia verso il mondo.
La struttura è perfetta: due quartine e due terzine unite da una serie di anafore ("S'i' fosse") che creano un ritmo ipnotico. Ogni verso è un periodo ipotetico in cui Cecco esprime desideri di distruzione in tono ironico e provocatorio.
Le figure retoriche abbondano: personificazione degli elementi naturali (fuoco, vento, acqua), antitesi morte/vita,padre/madre e un linguaggio ricercato che dimostra la sua maestria tecnica. Verbi come "arderei" e "tempesterei" hanno un potere evocativo incredibile.
La vera provocazione arriva nell'ultima terzina, dove Cecco torna se stesso e confessa il suo unico desiderio: conquistare le donne giovani e belle, lasciando agli altri quelle vecchie e brutte!
💡 Nota bene: Nonostante il tono blasfemo, questo sonetto dimostra una padronanza tecnica straordinaria della lingua e delle forme poetiche.