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28/9/2022
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Capitolo 5 Fra Cristoforo giunto a casa di Lucia viene messo al corrente dell'accaduto e ascolta esposizione dei fatti. È determinato ad aiutare i promessi sposi, e si sofferma quindi a valutare quale iniziativa sia più conveniente per opporsi a Don Rodrigo: era impossibile chiedere a Don Abbondio di celebrare ugualmente il matrimonio (visto che aveva paura), impossibile richiedere l'intervento dell'arcivescovo, poiché non metterebbe Lucia al sicuro dal signorotto, perciò decide infine di recarsi personalmente da Don Rodrigo per tentare di convincerlo ad abbandonare il suo malvagio obbiettivo o almeno per comprendere le sue reali intenzioni. Prima di lasciare la casa, Cristoforo incontra Renzo, lo informa della sua idea, e lo rimprovera duramente per i suoi desideri di vendetta e gli dice di avere pazienza e di credere nell'aiuto di Dio. Infatti si avvia nel palazzo di Don Rodrigo (che Manzoni descrive come trascurato e abbandonato e che fa sentire la sua minacciosità già da fuori), e nel suo percorso attraversa la piccola borgata abitata dai suoi uomini, dove nell'abbondanza di armi si può capire la violenza che usano. L'edificio principale posto più in alto di tutti gli altri, e due Bravi facevano da guardia al portone, qua notiamo la differenza tra Don abbondio, il quale quando incontra i Bravi cerca di scappare, e Fra Cristoforo che...
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invece pensa. Don Rodrigo è un personaggio negativo, fa azioni malvagie non rendendosi conto delle conseguenze, qui Manzoni si sofferma sulla descrizione degli avvoltoi che si trovavano di fronte al palazzo, che con ironico disprezzo accolgono il frate fino alla sala da pranzo dove c'era un banchetto, tra Don Rodrigo e i suoi commerciali, l'avvocato Azzecca-garbugli, il podestà e il cugino (con il quale aveva fatto la scommessa di conquistare Lucia), Don Rodrigo se li fa amici per avere un sostegno in caso violasse la legge. Manzoni sceglie apposta questi personaggi perché sono i personaggi che dovrebbero proteggere l'Italia dall'invasione ma non lo fanno, facendo ricadere le conseguenze sugli innocenti e quindi sul popolo (come Renzo e Lucia). Fra Cristoforo gli dice di dovergli parlare in privato, ma egli lo invita a sedere a tavola e a bere con i suoi ospiti. Il frate fù costretto a partecipare al pranzo e alla discussione. Intorno alla tavola c'erano riuniti i rappresentanti locali del potere: la nobiltà (Don Rodrigo e il cugino), la politica (il podestà) e la legge (l'avvocato). Quindi la scena offre occasioni ideali all'autore, per insistere sulla critica contro il sistema politico di un tempo. Perché secondo Manzoni, loro preferiscono affrontare tematiche assurde piuttosto che problemi reali. [A tavola c'era l'avvocato di Lecco, che rappresenta perfettamente la figura contraddittoria ancora attuale di chi dovrebbe esercitare il potere in modo autonomo ma preferisce sottostare ai favori venendo meno al dovere della giustizia.] Don Rodrigo continua a provocare Fra Cristoforo per facilitare uno scoppio di ira che cacciò il frate a casa sua. Ma alla fine Fra Cristoforo, riesce ad ottenere udienza dal signorotto.