La rivoluzione letteraria: dagli Inni Sacri alla lirica civile
La conversione segna una rottura netta con il gusto classico. Dopo tre anni di silenzio, Manzoni produce un'opera completamente diversa: gli Inni Sacri. Nelle "Osservazioni sulla morale cattolica" dichiara la sua fiducia assoluta nella religione come fonte di tutto ciò che è buono e vero.
Il cristianesimo trasforma anche la sua visione della storia. Se prima l'età classica rappresentava bellezza e virtù, ora ci vede violenza e oppressione, sviluppando interesse per il Medioevo cristiano. Soprattutto, sposta l'attenzione dai potenti e vincitori verso i vinti, gli umili e le masse ignorate dalla storia ufficiale.
Nasce una nuova letteratura basata sul "vero" piuttosto che sull'artificio. Manzoni riassume i suoi principi in una formula memorabile: "l'utile per iscopo, il vero per soggetto e l'interessante per mezzi". Gli Inni Sacri diventano l'esempio di questa poesia nuova, con linguaggio semplice e orizzonte "popolare" che interpreta la coscienza cristiana collettiva.
Progetta inizialmente 12 inni per l'anno liturgico, ma ne completa solo 5: La Resurrezione, Il Natale, La Passione, Il nome di Maria e la Pentecoste. Nella lirica patriottica scrive l'ode "Marzo 1821" sui moti rivoluzionari e "Il 5 maggio" sulla morte di Napoleone, sempre nella prospettiva religiosa.
Punto chiave: Manzoni non abbandona l'impegno civile, ma lo filtra attraverso la fede cristiana.