Analisi stilistica e figure retoriche
Il sonetto presenta una struttura circolare che inizia e finisce con l'impossibilità del ritorno. La triplice negazione "Né più mai" crea subito un effetto drammatico e definitivo.
Le figure retoriche sono numerosissime: dall'apostrofe "Zacinto mia" alle sineddochi come "sacre sponde", dagli enjambement che danno respiro ai versi alle metonimie come "acque" per mare.
Particolarmente efficace è la litote "onde non tacque" che sottolinea come sia impossibile non celebrare la bellezza di quei luoghi. Gli enjambement strategici mettono in evidenza parole chiave come "Venere", "fato" ed "esiglio".
La struttura sintattica rompe lo schema tradizionale: il primo lungo periodo abbraccia quasi tutto il sonetto, mentre l'ultima terzina forma un periodo a sé, creando un contrasto tra il mito (prima parte) e la realtà dolorosa (conclusione).
Trucco per ricordare: Le rime delle quartine richiamano tutte l'elemento acquatico (sponde, onde, feconde, fronde), simbolo di vita e bellezza.