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Torquato Tasso

24/9/2022

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TORQUATO TASSO
Nasce a Sorrento nel 1544, nobile famiglia.
Nel 1557 si trasferisce ad Urbino nella corte dei della Rovere, primo contatto ne

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TORQUATO TASSO Nasce a Sorrento nel 1544, nobile famiglia. Nel 1557 si trasferisce ad Urbino nella corte dei della Rovere, primo contatto nell'ambiente cortigiano. Nel 1557 si trasferisce a Venezia dove inizia a comporre un poema epico sulle crociate chiamato GIERUSALEMME, lasciato incompleto. Nel 1560 inizia a frequentare l'università di Padova dedicandosi prima allo studio del diritto e successivamente alla filosofia e alla letteratura. Nel 1562 compone un poema epico cavalleresco chiamato Rinaldo e inizia la sua produzione poetica amorosa dedicata a Lucrezia Bendidio, e Laura Peperara. Le corti frequentate dall'autore, fin da giovane età furono quelle di Urbino, Mantova e Ferrara, ma frequentò anche l'ambiente dell'accademia, centro principale delle attività intellettuali in quel periodo. Nello specifico frequentò l'accademia degli infiammati e quella degli eterei. Nel 1565 si trasferisce a Ferrara, al servizio del cardinale Luigi d'Este presso una delle corti più fiorenti e importanti del tempo: la corte d'Este, dalla quale passarono intellettuali influenti come Boiardo e Ludovico Ariosto. Nel 1572 diventò gentiluomo stipendiato del duca, ciò agevolò la sua produzione letteraria in quanto ebbe la possibilità di dedicarsi a pieno a questa attività. Influenzato dalla corte d'Este, da sempre caratterizzata per un'inflessione verso il poema epico cavalleresco, Tasso riprese la stesura dell'opera GIERUSALEMME, conclusa nel 1575. Inoltre durante questo periodo compose il dramma pastorale Amianta e la tragedia...

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Didascalia alternativa:

Galealto re di Norvegia. IL TORMENTO E LA RELIGIONE Tasso era tormentato dal rendere la propria opera perfettamente aderente ai principi della controriforma e ai suoi canoni letterari. Infatti nel 1575 sottopose al giudizio di autorevoli letterati la sua opera, i quali la criticarono sotto il punto di vista morale. Tali critiche toccarono nel profondo Tasso e lo resero estremamente incerto. Questo portò Tasso ad una revisione e modifica sotto il punto di vista contenutistico dell'opera. Tutti questi dubbi comportarono la nascita in Tasso di dubbi maniacali riguardo la sua ortodossia nella fede cattolica. Dubbi che lo condussero a sottoporsi all'inquisizione di Ferrara spontaneamente, ma nemmeno l'assoluzione colmò i suoi vuoti. Ebbe un vero e proprio travaglio emotivo che si tradusse in attacchi di violenza, manie di persecuzione, sofferenze fisiche e psichiche e tendenze autopunitive. Nel 1979 fu fatto rinchiudere nell'ospedale di sant'Anna dal duca Alfonso e vi rimase per sette anni. L'opera fu comunque pubblicata senza il suo consenso, seppur in una versione scorretta e incompleta e fu molto criticata in quanto considerata inferiore all'Orlando furioso. Gli ultimi anni della sua vita furono piuttosto vagabondi, l'autore, ormai dalla psiche incontenibile, fu preso in custodia dal duca Gonzaga di Mantova, presso il quale non rimase a lungo; successivamente si alternò tra Napoli e Roma cercando ospitalità presso corti e ambienti ecclesiastici. Le sue ultime produzioni furono di stampo encomiastico nei confronti dei signori che gli offrivano ospitalità. Negli anni precedenti alla sua morte modificò ulteriormente la Gerusalemme a livello contenutistico e formale per rincorrere ancora quella perfezione ortodossa che tanto ricercava e la denominò "La Gerusalemme liberata". TASSO E LA CORTE La vita di Tasso è caratterizzata da un grande vagabondaggio ma anche da un'estrema dipendenza dalla vita di corte. Il tutto è facilmente comprensibile in quanto l'autore, come ogni altro intellettuale del suo tempo, dipendeva completamente dalla corte sotto il punto di vista materiale, infatti era proprio la corte stessa a pagare e permettere agli intellettuali vite agiate se non addirittura lussuose. Inoltre è considerata da Tasso l'unico ambiente in cui un pensatore possa avere visibilità e l'unico luogo che ospitasse un pubblico adatto. In tal senso Tasso dipendeva anche idealmente dalla corte, al contrario di Ariosto che vedeva la propria completezza e realizzazione come persona compiute soltanto al di fuori di essa. In un certo modo, però, il vagabondaggio di Tasso rappresenta un po' anche un bisogno di evadere da quell'ambiente, una segreta avversione tradotta in fughe e comportamenti violenti, un po' come l'atteggiamento che assume nei confronti della religione. OPERE MINORI EPISTOLARIO All'interno della produzione epistolaria di Tasso, prodotta all'interno dell'ambiente cortigiano, identificato come luogo fisico e spirituale in modo idilliaco, possiamo ritrovare la sua tormentata e conflittuale vicenda interiore caratterizzata da dignitosi moduli letterari che esprimono sofferenza, malinconica coscienza malata. RINALDO Dodici canti in cui viene narrata la storia del paladino della legenda Carolingia, Rinaldo. Stile serio ed elevato. Passione amorosa mescolata al fervore delle armi; paesaggi idillici o scenari tempestosi e notturni.