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6/11/2022
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Intraoduzione ai promessi sposi Manzoni per scrivere il romanzo utilizza un espediente letterario, ci porta a crede che il romanzo non sia di sua invenzione ma che abbia una reale origine storica, sostiene di aver trovato un manoscritto del 600'e di stare solo trascrivendolo. Ciò ha lo scopo di dare maggiore realismo al romanzo, ma conferisce anche a Manzoni did prendere le distanze dalla denuncia sociale che lui fa all'interno del romanzo, perchè così sembra che lui si riferisca alla dominazione spagnola e non a quella austriaca. I personaggi sono umili nessun personaggio conosciuto o diffuso. Inizia l'introduzione con un quesito, lui ha paura che il suo romanzo non verrà letto se viene scritto come venne scritto nel 600' per cui decide di fare una modifica linguistica, e di adattarlo all'800'. Capitolo 1 Manzoni inizia il primo capitolo con l'introduzione delle ambientazioni, parte dal lago di Como fino ad arrivare al borgo in cui poi si volgerà la storia, da l'impressione al lettore di poter vedere tutti i luoghi dall'alto. Allora fanno ingresso i personaggi il primo ad essere presentato è il curato del paese, Don Abbondio curato = parroco, Manzoni immortala subito il suo fare spensierato, precis a anche la data Manzoni 7/11/1628, la descrizione introduttiva fa creare empatia del...
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personaggio, l'8/11 Renzo e Lucia si sarebbero dovuti sposare. Don Abbondio che li doveva sposare, mentre camminava a un bivio si trovò davanti due bravi ad aspettarlo, i quali ordinano al curato di non far sposare Renzo e Lucia. Don Abbondio intimidito obbedisce, don Abbondio è un pauroso, non un cuor di leone è umile e codardo la sua scelta di vita non è una vera passione religiosa e spirituale, ma bensì convenienza si fa complice di una violenza. Si fece complice perchè sentendo il nome di Don Rodrigo gli gelò il sangue, i due bravi erano dei suoi emissari, Don Rodrigo si era invaghito di Lucia e per questo non voleva che si celebrasse il matrimonio. Lungo il cammino verso casa Don Abbondio si chiese come poteva convincere Renzo a non sposare Lucia. Don Abbondio torna a casa dove c'è la sua serva Perpetua, ella si accorge del turbamento di Don Abbondio, insiste per saper il motivo del turbamento del curato ma Don Abbondio sapendo che Perpetua è una pettegola non vuole dirle nulla, dopo un po' stufo del suo assoldamento il curato si confida e perpetua gli suggerisce di parlarne con l'arcivescovo. Ma se il curato avesse seguito il suo consiglio il romanzo si sarebbe concluso qui. Don ABbondio per paura o per codardia non dicesse nulla. Capitolo 2 Don Abbondio trascorre una notte molto agitata, e questo gli da tempo di capire come obbedire a Don Rodrigo. A questo punto Renzo eroe del romanzo di lui abbiamo un ritratto essenziale, orfano buono e buon lavoratore volenteroso fa la sua comparsa. Don Abbondio spiega a Renzo che ci sono delle difficoltà o ostacoli burocratici, e quando non sa più che cosa dire al povere Renzo, si inventa delle parole latine che Renzo non capisce, così Don Abbondio ribatte dicendo se non sapete le cose lasciate stare, e Don Abbondio assicura a Renzo che il matrimonio è soltanto rimandato, fuori dalla casa del curato c'è perpetua che ha voglia di raccontare tutta la verità a Renzo. Renzo che sa come prenderla la fa parlare e questa dice a Renzo la vera ragione del rinvio delle nozze, al chè Renzo torna da Don Abbondio e si fa dire il nome del prepotente, Don Rodrigo. Renzo si reca a casa di Lucia che si stava agghindando. Allora chiese a Bettino di far scendere Lucia, la ragazza scese e Renzo comunicò la cattiva notizia a Lucia una modestia guerriera neri sopracciglio sorridente, i suoi occhi scuri tradivano l'emozione e a sua madre Agnese donna curiosa, chiacchierona ha sempre consigli pronti anche se spesso non richiesti e ama vantarsi del suo stretto rapporto con Fra Cristoforo. Renzo dice a Lucia che il curato è ammalato e a confermare il fatto anche perpetua. Capitolo 3 Lucia racconta ad Agnese e Renzo le persecuzioni ricevute da Don Rodrigo sequenza fondamentale, Don Rodrigo aveva già avvicinato Lucia, egli aveva scommesso con il cugino che avrebbe conquistato la ragazza, mentre Lucia racconta le sventure la madre la rimproverò per non aver detto nulla, e Lucia si difende dicendo che in confessione aveva detto tutto a Fra Cristoforo, che le aveva suggerito di stare in casa e affrettare il matrimonio. Poi Renzo giura vendetta a Don Rodrigo, perchè era ormai andato su tutte le furie. Su consiglio di Agnese Renzo si reca dall'avvocato Azzeccagarbugli, questo fu il loro primo tentativo di ottenere giustizia. Renzo portò in dono i capponi del matrimonio che consegno a una serva e fu poi fatto accomodare, il dottore lo accoglie indossando una toga, il dottore scambia Renzo per un bravo, e per intimorirlo legge confusamente grida che annuncia pene severissime per chi impedisce un matrimonio. Qui ha inizio un tragi-comico equivoco, l'autore sottolinea l'ottusità della burocrazia spagnola e ci propone frammenti di gride in cui si vieta di portare il ciuffo. Renzo nega di essere un bravo, ma l'avvocato non gli crede. Scoperto l'equivoco l'avvocato caccia Renzo perchè colpevole di un crimine gravissimo ovvero essere vittima senza parenti nobiliari. Nel frattempo Lucia e Agnese decidono di consultare Fra Cristoforo, ma in quel momento giunge a casa loro un altro frate laico: Fra Galdino ma per eludere le domande sul matrimonio Lucia e la madre portano il discorso sulla carestia, dopo una serie di aneddoti del frate Lucia da a Fra Galdino le noci che chiedeva e gli chiede di mandare li a casa loro Fra Cristoforo. Manzoni qui specifica che Fra Cristoforo aveva a che fare con la gente umile ma aveva molta autorità. Renzo torna a casa e tra lui e Agnese si accende una discussione placata da Lucia, e con la speranza e che Fra Cristoforo potesse risolvere l'indomani Renzo tornò a casa sua. Capitolo 4 In questo capitolo Manzoni mette quasi in pausa la narrazione per raccontarci di Fra Cristoforo, che vivere presentato come eroe del bene. Padre Cristoforo esce dal convento di pescarenico per raggiungere Lucia, durante l'osservazione dei colori del mattino Manzoni interrompe la narrazione. qui inizia la biografia di Ludovico diventato poi padre Cristoforo, ci viene spiegato il tutto con un flash-back, era figlio di un grosso mercante che aveva una grossa fortuna, a Ludovico davano fastidio le sue umili origini, voleva essere accettato dai nobili, essere uguale a loro. Ludovico era figlio unico. Ludovico era sempre stato snobbato, aveva però un indole buona che lo portava a essere protettore dei poveri dei deboli e degli oppressi, respingeva atti di ingiustizia e sopraffazione. A volte era talmente disgustato dalla società che aveva pensato di farsi frate, voleva essere nobile ma ne respingeva la mentalità e i pregiudizi. Voleva essere un uomo di pace ma andav in giro armato e si circondava di un gruppo di guardie armate. Uno dei suoi servi più fedeli si chiamava Cristoforo, mori in un duello contro altri bravi per un capriccio per Ludovico e a quel punto perse la ragione, e venne spinto nel convento dei Cappuccini, in convento Ludovico medita su di se e si converte, FRA CRISTOFORO CAMMINAVA PENSANDO CON GIOIA ALLA VITA DI SACRIFICI CHE LO ASPETTAVA. Padre Cristoforo temeva che il suo consiglio a Lucia avesse prodotto un triste effetto e quindi si precipitò subito da essa, quando arrivò lo accolsero con "oh padre Cristoforo sia benedetto" Capitolo 5 Quando si trovò sulla soglia di casa dovette accorgersi che i suoi presentimenti non erano falsi, Agnese lo ravvede sull'accaduto, padre Cristoforo non ha molte armi e per questo propone di affrontarlo, e di dissuaderlo in nome di principi morali, prima di lasciare la casa arrivò Renzo, il padre esorta Renzo ad avere fiducia in dio. Fra Cristoforo si reca la palazzo di Don Rodrigo, nel palazzo scorge segni di una vita ispirata alla violenza, arrivano alla porta viene accolto da due bravi, si introduce nel palazzo dove si teneva un sontuoso banchetto, al tavolo vi erano: Don Rodrigo; Azzecca garbugli; e il cugino Attilio e altri loschi individui. Il Frate voleva parlare con Don Rodrigo in privato, ma questi lo invita a sedersi con loro. Loro stavano parlando dell'uso di violenza su di un comune nemico e quando vien chiesto il parere al frate, rimangono tutti stupiti perchè egli si dichiara sostenitore della NON VIOLENZA. Don Rodrigo prova a cambiare argomento e a parlare della guerra tra Francia e Spagna ma anche questa suscitava parecchio scontento perchè i commensali o la pensavano ognuno a modo proprio, per questo Don Rodrigo interrompe la conversazione con un brindisi. Don Rodrigo e Fra Cristoforo si ritirano in una stanza per avere una conversazione privata. Capitolo 6 Don Rodrigo si rassegna ad ascoltare la preghiera di Fra Cristoforo, di lasciare in pace Lucia e di lasciarla sposare, Don Rodrigo disse a Fra Cristoforo di consigliare a Lucia di mettersi sotto la sua (Don Rodrigo) protezione. Fra Cristofori diventa violento e minaccioso dopo questa proposta per cui Don Rodrigo lo caccia fuori di casa, un vecchio servitore si avvicina a Fra Cristoforo per promettere al frate che lo avrebbe tenuto aggiornato sui piani di Don Rodrigo. Intanto a casa di Lucia Agnese espone il suo piano per cogliere di sorpresa Don Abbondio, ovvero "il matrimonio a sorpresa". Lucia è dubbiosa e vorrebbe conoscere il parere di Fra Cristoforo, Renzo è invece entusiasta e per questo va a cercare subito i suoi due testimoni. Renzo trovo i testimoni: Tonio e il fratello Gervaso, li convince promettendogli che salderà il loro debito con Don Abbondio. Una volta a casa Renzo trova una Lucia ancora non convinta della proposta. Mentre Agnese e Renzo cercano di convincere Lucia, e subito si sente arrivare Fra Cristoforo, i due dicono a Lucia di non dire nulla ala frate. Capitolo 7 Fra. Cristoforo una volta entrato a casa di Lucia disse subito, che non c'era aspettarsi pietà da Don Rodrigo. Renzo si infuria e chiede spiegazioni inutilmente e il frate prima di uscire da casa di Lucia si raccomanda di mandare qualcuno al convento il giorno successivo. Renzo irritato dalle notizie appena ricevute e dall'opposizione di Lucia da in escandescenza, alla fin e Lucia accondiscende al piano pur se contro voglia, Agnese e Renzo stabiliscono insieme i dettagli. Iniziano a ronzare intorno a casa di Lucia dei viandanti vestiti tutti di nero il pomeriggio del 10/11. Qui si fa un salto temporale alla mattina del giorno precedente, è Manzoni a specificarcelo. Siamo a casa di Don Rodrigo, appena se nè andato Fra Cristoforo, il nobile non accettava il rimprovero di Fra Cristoforo, dopo un po' si mise a parlare con il cugino che gli ricordo che la scommessa scadeva l'II/II e allora Don Rodrigo raddoppio la somma. Dopo Don Rodrigo chiamò il Griso, il capo dei suoi bravi e gli disse "Prima di domani Lucia deve trovarsi in questo palazzo". Nel Frattempo il vecchi servitore che aveva promesso a Fra Cristoforo di informarlo era riuscito a capire il piano e così informò subito Fra Cristoforo che tramite Menico informò Agnese. Intanto intorno casa di Lucia si aggirano falsi mendicanti e forestieri mai visti. Renzo cena con Tonio e Gervaso all'osteria piena di forestieri. I tre passarono a prendere le due donne e si recarono poi a casa di Don Abbondio dove perpetua li fece entrare pensando che Tonio dovesse saldare il debito, nel frattempo si mise a ciarlare con Agnese. Capitolo 8 Questo episodio è anche soprannominato la notte degli imbrogli, i fatti si svolgono tra il 10 e I'll novembre. giunti a casa di Don AbbondioAgnese distrae Perpetua con dei pettegolezzi. A quel punto Renzo e i suoi compagni salgono a casa del curato, Renzo fa in tempo a pronunciare la formula matrimoniale ma Lucia no al contrario, il sacrestano fa suonare le campane prima che lei la pronunci attirando così l'attenzione della folla. Il suono della campana è usato da Manzoni per spostare l'attenzione sul Fallito rapimento di Lucia. I bravi erano a casa di Lucia ma ovviamente la trovarono deserta, spaventati dal suono delle capane fuggono. Il suono delle campane incuriosisce anche il resto della città che viene a conoscenza dell' incursione a casa di Lucia. nel frattempo Perpetua e Agnese stavano ancora parlando ma non appena Perpetua udi le urla del padrone, si recò da lui mentre Agnese scappò insieme a Lucia; Tonio; Gervaso e Renzo. Per la strada incontrarono Menico giunto direttamente dal convento per informarli che sarebbero dovuti fuggire separatamente i due promessi, fra Cristoforo aveva già organizzato una fuga per entrambi. Manda Lucia in un convento a Monza e Renzo invece a Milano.