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I PROMESSI SPOSI(TUTTI I CAPITOLI)

18/12/2022

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I PROMESSI SPOSI(SINTESI DI TUTTI I CAPITOLI):
I promessi sposi risulta una delle opere più significative di Alessandro Manzoni, tra i più
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I PROMESSI SPOSI(SINTESI DI TUTTI I CAPITOLI): I promessi sposi risulta una delle opere più significative di Alessandro Manzoni, tra i più celebri della letteratura italiana, preceduto dall'opera a sé 'Fermo e Lucia', reso pubblico in una prima versione nel 1827 e rivisitato successivamente dalla penna dello stesso autore. I promessi sposi rappresentano una delle composizioni più rappresentative del romanticismo italiano in virtù della profondità dei temi toccati. Trovi di seguito un breve riassunto di ogni singolo capitolo per comprendere di cosa parla. Riassunto del Primo Capitolo L'introduzione al primo capitolo de I promessi sposi è resa celebre dalla frase "Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno", descrivendo il paesaggio orientale della costa di Lecco, dove per la prima volta si incontra il personaggio di Don Abbondio nella giornata di martedì 7 novembre 1628. La passeggiata di Don Abbondio viene interrotta dall'arrivo dei Bravi, al servizio dei signorotti dal passato burrascoso, al fine di convincerlo a non celebrare il matrimonio tra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, sotto la celebre frase "Questo matrimonio non s'ha da fare" per ordinanza della missiva di Don Rodrigo. Don Abbondio, che si era da sempre tenuto lontano dai conflitti, acconsente alla richiesta dei Bravi ritornando successivamente sui suoi passi al fine di comprendere a fondo la verità, sospinto dalla...

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Didascalia alternativa:

Perpetua sua serva fedele. Riassunto del Secondo Capitolo Il secondo capitolo si apre con una narrazione su Don Abbondio paragonandolo al Principe di Condé, il quale era riuscito a dormire sonni tranquilli convinto della propria strategia contro nella battaglia di Rocroi. Don Abbondio trascorre invece la notte insonne, cerando di non rivelare la verità al momento della visita di Renzo Tramaglino, un ragazzo orfano che lavora la seta. Renzo Tramaglino riesce tuttavia a farsi raccontare una parte della storia dalla Perpetua, convincendo successivamente Don Abbondio a rivelargli il nome di Don Rodrigo. Renzo ritorna così verso la sua amata Lucia rancoroso e desideroso di vendetta, calmandosi in seguito grazie all'intervento di Lucia. Alle donne presenti in casa viene annunciato il posticipo del matrimonio a causa della cagionevole salute di Don Abbondio, mentre nessuna di loro riesce a credere a tale versione proposta. Riassunto del Terzo Capitolo In questa fase Lucia, in lacrime e alla presenza della madre Agnese, rivela a Renzo di essere stata raggiunta da Don Rodrigo al ritorno dalla filanda, nonostante il consiglio precedente da parte del suo confessore Fra Cristoforo di tenere la vicenda per sé. Al contrario della disperazione manifestata da Lucia, il futuro sposo si dimostra piuttosto arrabbiato, mentre ad assumere le redini decisionali si rivela essere Agnese. La donna consegna difatti quattro capponi a Renzo grazie ai quali pagare il famoso avvocato, il dottor Azzeccagarbugli. Tale incontro si rivela uno dei passaggi fondamentali dell'opera, nato inizialmente da un equivoco per il quale Azzeccagarbugli è portato a credere che sia Renzo a voler compiere un sopruso. L'avvocato esorta Renzo ad andarsene mentre il cappuccino dedito alla raccolta delle noci, Fra Faldino, si reca invece alla porta di Lucia e Agnese per raccontare loro il miracolo di Padre Macario, promettendo di richiamare Fra Cristoforo. Riassunto del Quarto Capitolo Il 9 novembre 1628 Fra Cristoforo si reca da Lucia attraverso un passaggio particolarmente descritto dal Manzoni. Fra Cristoforo si presenta come un uomo sulla sessantina, mostrandosi al tempo stesso umile e saggio. Il racconto si snoda attraverso diversi flashback arrivando alla conversazione tra Ludovico, figlio di un ricco mercante per il quale mestiere provava una sorta di vergogna, e Fra Cristoforo. Ludovico, il quale aveva iniziato a frequentare i luoghi cittadini per rivendicare gli oppressi, spinto in seguito ad un duello a intraprendere i voti lasciando tutti i suoi beni in eredità alla famiglia del fedele Cristoforo contro il quale si era battuto. Riassunto del Quinto Capitolo Fra Cristoforo decide di affrontare Don Rodrigo a seguito del racconto di Agnese, mentre il Manzoni descrive dettagliatamente il paesaggio e il carattere di quest'ultimo dedito alla malignità senza alcuna cura per le conseguenze, compresi i suoi stessi commensali. Alla tavola di Don Rodrigo si siedono Azzeccagarbugli, il cugino Conte Attilio e il podestà. All'interno della conversazione si discute di politica e cavalleria, mentre Fra Cristoforo richiede al padrone di casa un colloquio privato. Riassunto del Sesto Capitolo All'interno del colloquio privato Fra Cristoforo cerca di mantenere la calma nell'esporre le proprie ragioni, mentre Don Rodrigo rimane fermo sulle proprie posizioni cercando di intimare nel suo ospite una sorta di punizione divina nel frapporsi fra i due promessi sposi e la sua decisione. Nonostante i risvolti dell'incontro un servo di Don Rodrigo promette di far visita a Fra Cristoforo il giorno successivo per rivelargli le vere intenzioni del proprio padrone. In casa di Agnese nel frattempo, seguendo il concetto machiavelliano "il fine giustifica i mezzi", viene proposto un matrimonio a orpresa in presenza di due testimoni. Manzoni esprime in questo caso il proprio parere contrario a differenza di Renzo il quale si reca dall'amico Tonio per proporgli il ruolo da testimone. Lo stesso Tonio, accettando la proposta, convince anche il fratello Gervaso nel ruolo del secondo testimone. Riassunto del Settimo Capitolo Nel settimo capitolo Fra Cristoforo racconta i risvolti dell'incontro con Don Rodrigo invitando i due promessi sposi a recarsi presso il convento il giorno successivo. Lucia, per calmare Renzo dall'esito negativo del racconto di Fra Cristoforo, decide di accettare l'idea del matrimonio a sorpresa. Nel frattempo Don Rodrigo ordina a Griso, capo dei Bravi, di rapire Lucia inviando sospette figure a casa di Agnese. I Bravi approfittano dell'assenza di Renzo, Tonio e Gervaso per cercare di rapire Lucia. Il racconto si chiude con l'iniziativa di Tonio e Gervaso di bussare alla porta del curato, convincendo la Perpetua a lasciarli entrare. Riassunto dell'Ottavo Capitolo Don Abbondio, dedito alla lettura come ogni sera, viene disturbato dalla Perpetua la quale gli annuncia la visita di Tonio per distrarlo. Tonio e Gervaso riescono a salire in camera di nascosto, insieme a Renzo e Lucia. Il trabocchetto porta Renzo a dichiarare Lucia sua moglie al momento della firma delle ricevute da parte di Don Abbondio. Tuttavia Lucia non riesce a concludere il discorso, interrotta dalla reazione di Don Abbondio e dal successivo intervento del sagrestano Ambrogio. Nel frattempo i Bravi non trovano Lucia all'interno della casa, costretti a fuggire dal suono delle campane. Agnese riesce ad avvertire Renzo e Lucia del pericolo diretti a Pescarenico, dove Fra Cristoforo comunica loro d'aver trovato un rifugio a Milano per il giovane e uno a Monza per le due donne. Il capitolo si chiude con le riflessioni di Lucia salita a bordo dell'imbarcazione diretta verso Monza. Riassunto del Nono Capitolo All'alba dell'11 novembre 1628 i tre viaggiatori arrivano alla parte opposta del lago dove un barroccio li attende per il trasferimento a Milano. A partire per primo è Renzo, mentre le due donne si recano in visita dal padre guardiano al quale consegnano la missiva di Fra Cristoforo. Il cappuccino accompagna così Lucia e Agnese dalla Signora Gertrude, la monaca di Monza, di circa 25 anni, figlia del più importante uomo della città la quale decide di ospitarle chiedendo un colloquio privato con Lucia. Manzoni in questa parte si concentra sulla storia di Gertrude delineando un'infanzia difficile etichettata come un'indegna, scrivendo al padre più volte nel tentativo di poter essere perdonata. Riassunto del Decimo Capitolo Gertrude viene chiamata dal principe padre per convincerla a sottomettersi al proprio volere, motivo per il quale la ragazza sceglie di prendere i voti e di diventare la monaca di Monza. Confinata in stanze isolate Gertrude intraprendere una relazione con il depravato Egidio fino alla momento della scoperta di quell'intrigo segreto da parte di una conversa, scomparsa immediatamente dopo. Il pensiero di quella strana spiegazione lascia afflitta Gertrude che decide di ospitare Lucia alla quale rivolge domande specifiche sulla sua relazione sentimentale. Lucia racconta in seguito la vicenda alla madre ese, mentre il Manzoni si concentra sulla frase: "I signori, chi più, chi meno, chi per un verso, chi per un altro, han tutti un po' del matto". Riassunto dell'Undicesimo Capitolo All'interno di questo capitolo l'autore compie un passo indietro fino alla giornata del 10 novembre 1628 per raccontare quanto accaduto in paese in seguito alla notte degli inganni, nell'attesa di Don Rodrigo impaziente di parlare con i Bravi. Sotto ordine di Don Rodrigo vengono spediti due uomini all'avanscoperta delle chiacchiere presenti in paese, infiltrandosi tra la gente. Don Rodrigo racconta l'intera vicenda al conte Attilio, incolpando Fra Cristoforo della fuga dei promessi sposi, ottenendo la promessa di una rivendicazione. Nel frattempo Griso riesce a parlare con i testimoni Perpetua, Gervaso, la moglie di Tonio, i genitori di Menico, scoprendo il rifugio di Renzo, Lucia e Agnese, inviando due Bravi alla volta di Monza. Renzo comprende di trovarsi all'interno di una Milano prossima alla rivolta, decidendo di girare per la città in assenza di padre Bonaventura all'interno del convento dove si era recato. Riassunto del Dodicesimo Capitolo L'introduzione del dodicesimo capitolo si apre con una descrizione del contesto storico di Milano vittima di carestie e di un rincaro sul prezzo del pane. La giunta nominata apporta un secondo rincaro sui costi del pane innescando una rivolta cittadina proprio nel giorno dell'arrivo di Renzo. La folla in ribellione riesce a svaligiare il forno delle grucce mentre anche il resto dei forni della città rischia di subire la stessa sorte, sfociando in un falò degli utensili rubati in piazza Duomo. Renzo decide di seguire il corso delle proteste fino a piazza Cordusio. Riassunto del Tredicesimo Capitolo Il capitolo si apre con il vicario a tavola che sottolinea la mancanza del pane, decidendo di rifugiarsi in soffitta al riparo dalla folla rivoltosa milanese, mentre Renzo decide di schierarsi a difesa del vicario. L'arrivo dei soldati e del cancelliere Ferrer riesce a distrarre la folla dal gruppo di rivoltosi. Nonostante i sorrisi rivolti alla folla il cancelliere annuncia il prelievo del vicario verso la prigione, nonostante una natura differente delle reali ragioni. Il vicario viene fatto salire sulla vettura grazie all'aiuto della folla e di Renzo, ricordatosi del cancelliere su di una bolla mostratagli da Azzeccagarbugli. Il vicario decide di confessare la sua decisione di darsi all'esilio una volta salito sulla carrozza. Riassunto del Quattordicesimo Capitolo Renzo si trova alla ricerca di una locanda all'interno della quale sfamarsi, lasciandosi invece coinvolgere in un comizio da alcune persone, proponendosi come ambasciatore per cercare un dialogo con Ferrer il giorno successivo. Uno sbirro travestito accompagna Renzo in una locanda, lasciandosi inebriare dal vino, rivelandogli la sua vera identità. Solo e ubriaco Renzo si lascia coinvolgere dalla presenza dei clienti rivelando ad alta voce i nomi di Don Rodrigo e di Don Abbondio, lasciandosi trasportare anche dal pensiero verso Lucia. Riassunto del Quindicesimo Capitolo L'oste decide di accompagnare Renzo all'interno della propria stanza assicurandosi in autonomia i soldi del relativo pagamento e dei servigi. L'oste chiude Renzo a chiave, allontanandosi imprecando verso il palazzo di giustizia. Nonostante le sue lamentele l'oste viene rimproverato dalla stessa Polizia in relazione a quanto accaduto nel suo esercizio pubblico. Nella mattina del 12 novembre 1628 Renzo viene svegliato da un notaio criminale e due poliziotti che gli annunciano di doverlo portare in carcere. Una volta giunto in strada Renzo cerca di attrarre l'attenzione cittadina a colpi di tosse recitando la frase "Pane e giustizia!", riuscendo a fuggire grazie all'intervento dei residenti. Riassunto del Sedicesimo Capitolo Grazie all'appoggio della folla Renzo riesce a fuggire dal finto notaio e dai due poliziotti, chiedendo spiegazioni ad un ragazzo per raggiungere così la strada in direzione di Bergamo. Successivamente Renzo decidere di muoversi in più direzioni al fine di poter disperdere le sue tracce, fermandosi in un'osteria dopo diverse miglia percorse. All'interno dell'osteria una signora anziana lo ricopre di domande in merito alla rivolta milanese, mentre Renzo ricerca invece informazioni per raggiungere il paese Gorgonzola. Arrivato in un'altra osteria il giovane sfugge alla curiosità dell'oste fino all'arrivo di un mercante il quale racconta la storia della rivolta a Milano e la fuga di un ricercato. Renzo decide così di saldare il cibo consumato e di dirigersi verso la direzione opposta rispetto alla strada percorsa al suo arrivo. Riassunto del Diciassettesimo Capitolo Renzo esce dalla cittadina di Gorgonzola allo scoccare della mezzanotte imboccando strade secondarie per scampare alla presenza della Polizia, afflitto da un senso di solitudine e sconforto cercando di cogliere i suoni del fiume Adda. Renzo trova una capanna dove potersi riposare sognando gli ultimi personaggi incontrati nel corso dell'ultimo periodo, compresi Padre Cristoforo e di Lucia. Alle cinque del mattino di lunedì 13 novembre riesce a trovare un passaggio da un pescatore per raggiungere l'altra sponda del fiume. Grazie all'incontro con Bortolo Castagneri il giovane trova lavoro all'interno di una filanda. Riassunto del Diciottesimo Capitolo Lo stesso giorno dell'arrivo di Renzo a Bergamo la Polizia modenese fa irruzione all'interno della sua casa natale, mentre le chiacchiere arrivano fino all'orecchio di Fra Cristoforo il quale invia subito una lettera a padre Bonaventura. La temporanea felicità di Fra Cristoforo viene però stroncata dall'arrivo di Griso che lo informa dell'esilio di Lucia all'interno del convento. Don Rodrigo chiede aiuto a un potente feudatario grazie al quale Fra Cristoforo viene trasferito precedentemente anche al trasferimento di Agnese nel tentativo di arrivare a Lucia. Riassunto del Diciannovesimo Capitolo Il diciannovesimo capitolo si apre con l'invito del conte zio, sotto richiesta di Attilio, dal padre Provinciale chiedendogli di allontanare Fra Cristoforo da Pescarenico. Le vere intenzioni del conto non trovano immediato consenso da parte del padre Provinciale, ma in cambio di futuri favori approva il trasferimento di Cristoforo a Rimini. Alessandro Manzoni si concentra sui piani di Don Rodrigo e sul rapporto con il potente feudatario in cambio di un pagamento in denaro. Riassunto del Ventesimo Capitolo La storia prosegue con la descrizione del castello dell'Innominato, dal quale è possibile sorvegliare ogni via di accesso. La descrizione si sposa sull'Innominato, un uomo uomo dai capelli bianchi e dalla carnagione bruna e lineamenti in grado di sprigionare grande forza. L'Innominato decide di accettare la richiesta di Don Rodrigo, colto subito dopo da un senso di colpa riconducibile ai suoi pensieri ricorrenti sul pensiero della morte, temendo di dover rendere conto a Dio delle azioni commesse in vita. Nonostante tutto l'Innominato richiama Nibbio, il più fidato dei suoi Bravi, per inviarlo da Egidio riuscendo a convincere la monaca di Monza. Lucia viene così inviata a chiamare il padre guardiano attraverso un percorso isolato dove viene rapita. L'Innominato invia una portantina al fine di poter consolare Lucia prima dell'arrivo al castello. Riassunto del Ventunesimo Capitolo Lucia viene condotta al castello, mentre il Nibbio si dirige dall'Innominato per fare rapporto, sottolineando la tristezza della ragazza e il suo personale senso di compassione provato nei suoi confronti. Le parole di Nibbio suscitano nell'Innominato il desiderio e la curiosità di conoscere Lucia, incontrandola all'interno della stanza della vecchia portantina dove giace sul pavimento. Lucia lo supplica di lasciarla tornare dalla madre, cercandolo di convincerlo parlandogli del perdono divino. Lucia rifiuta di mangiare, rimanendo successivamente distesa sul pavimento, riuscendo a riposare soltanto dopo aver fato voto alla Madonna promettendo di rinunciare a Renzo. Il ventunesimo capitolo si chiude con il suono delle campane a festa e l'invio di uno dei Bravi a conoscerne il motivo. Riassunto del Ventiduesimo Capitolo Il paese risulta in festa per l'arrivo del cardinale Federigo Borromeo, arcivescovo di Milano, dal quale l'Innominato si reca alla ricerca di conforto. Trovando Lucia addormentata ancora a terra porta l'Innominato a rimproverare l'anziana signora. Il Manzoni si sofferma sulla biografia del cardinale, nato nel 1564 e dedicatosi all'insegnamento religioso, nominato arcivescovo di Milano da Papa Clemente VII nel 1959 senza mai cedere alle lusinghe dell'ambizione. Federigo Borromeo aveva fondato la biblioteca Ambrosiana e diverse altre fondazioni culturali, scrivendo circa 600 opere andate perdute nel corso della storia. Riassunto del Ventitreesimo Capitolo Il cardinale Federigo Borromeo, arcivescovo di Milano, richiama Don Abbondio per organizzare la liberazione di Lucia, il quale mostra segni di tentennamento prima di recarsi al colloquio. Il cardinale provvede all'invio di una donna in grado di portare conforto alla giovane durante la preparazione del piano per la liberazione. L'Innominato si prepara così al viaggio insieme al lettighiero del cardinale e alla donna, attraversando sotto l'ammirazione della folla la piazza. Sotto diversi dubbi Don Abbondio cerca di verificare il reale pentimento dell'Innominato, rimproverandogli l'eccessivo clamore suscitato dalla sua conversione. Il gruppo oltrepassa così la a Malanotte arrivando nei pressi del castello, mentre la donna si reca immediatamente nella stanza di Lucia. Riassunto del Ventiquattresimo Capitolo Al risveglio Lucia trova Don Abbondio e la donna all'interno della sua stanza, mentre l'arrivo dell'Innominato si volge alla richiesta del perdono da parte della giovane. I quattro partono alla volta del paese, mentre il Manzoni si sofferma sul rischio di una rivalsa da parte di Don Rodrigo e dei Bravi. Lucia viene condotta alla sua parrocchia, ospitata dalla donna moglie del sarto, mentre Agnese incontra il prelato che la convince a non far parola della mancata celebrazione del matrimonio. Lucia e Agnese riescono a ritrovarsi nonostante la decisione di non svelare alla madre il voto fatto alla Vergine Maria. L'Innominato ritorna al palazzo per comunicare ai bravi la propria conversione. Riassunto del Venticinquesimo Capitolo I pettegolezzi giunti alle orecchie di Don Rodrigo, a seguito della liberazione di Lucia, lo spingono a dirigersi verso Milano, mentre il Cardinale Borromeo si reca al villaggio alcuni giorni dopo. L'accoglienza riservata al cardinale spinge inizialmente Don Abbondio a rifugiarsi in chiesa dove viene raggiunto da Borromeo desideroso di ottenere informazioni su Renzo. Don Abbondio spende per il ragazzo parole di elogio, mentre il cardinale dispone il ritorno a casa di Lucia, ricevendo una lettera da Donna Prassede, una gentildonna anziana che si trova in vacanza nei pressi della casa che ha dato ospitalità alla giovane. Donna Prassede annuncia la sua intenzione di prendere Lucia con sé. Il capitolo si chiude con i rimproveri di Don Abbondio nei confronti della mancata protezione ai promessi sposi. Riassunto del Ventiseiesimo Capitolo Don Abbondio si rivolge a Borromeo non riuscendo a giustificare il suo comportamento, svelandogli il tentativo di celebrare un matrimonio a sorpresa tra Renzo e Lucia. Il cardinale suggerisce così a Don Abbondio di non lasciarsi sfuggire altre occasioni per aiutare i due promessi sposi. Il mattino successivo Lucia parte insieme a Donna Prassede salutando la madre Agnese in lacrime, sotto la decisione dell'Innominato di provvedere in prima persona alla sua dote inviando cento scudi d'oro e una lettera per ricordarle di potersi rivolgere a lui in qualsiasi momento. A questo punto Lucia confessa il voto fatto alla Vergine Maria pregando Agnese di consegnare metà della dote a Renzo. Il ragazzo tuttavia si trova rifugiato sotto il nome falso di Antonio Rivolta presso la casa del cugino Bertolo, impiegato all'interno della filanda. Riassunto del Ventisettesimo Capitolo Don Gonzalo Fernandez di Cordoba, governatore di Milano, viene coinvolto all'interno della rivolta cittadina mentre si trova a destreggiare la guerra di successione del Ducato di Mantova e del Monferrato. Una volta tornato a Milano viene a conoscenza della storia di Renzo, affidando al governo della Repubblica la ricerca del giovane, temendo ripercussioni da parte della città di Venezia contro la Spagna. Successivamente all'antefatto Manzoni ritorna a concentrarsi su Renzo, il quale riceve la lettera di Agnese e 50 scudi d'oro. Il ragazzo decide di non arrendersi nonostante il voto di Lucia, mentre la giovane ospite di donna Prassede cerca in tutti i modi di dimenticarlo. Renzo e Lucia vivono ancora distanti per diversi mesi fino al giorno dell'incontro con Agnese e la figlia nell'autunno del 1629. L'incontro tuttavia viene ostacolato da un "evento pubblico". Riassunto del Ventottesimo Capitolo La città di Milano attraverso un periodo storico particolarmente critico a causa delle rivolte per il rincaro del prezzo del pane e la rivolta di San Martino, sotto un panorama generale nella primavera del 1929 a dir poco devastante. La maggior parte degli esercizi pubblici e delle fabbriche viene costretta alla chiusura, mentre anche il numero dei morti risulta in continuo incremento, mentre il Cardinale Federigo cerca di ristabilire pace e ordine al fine di compensare i mancati interventi dello Stato. Viene così aperto un lazzaretto nonostante il forte parere contrario del Tribunale della Sanità, chiuso subito dopo a causa del gran numero di contagi registrato. Gli spagnoli falliscono a Gorgonzola, inviando i lanzichenecchi in rinforzo al conflitto, responsabili dell'arrivo in città del flagello della peste. Tra fischi e sassate questo capitolo si chiude con l'abbandono della città di Milano da parte di don Gonzalo, sostituito da Ambrogio Spinola. Riassunto del Ventinovesimo Capitolo Temendo l'arrivo dei lanzichenecchi Don Abbondio ricerca un rifugio senza riuscire a decidere dove ripararsi a causa delle molteplici minacce, senza trovare conforto nemmeno nei tentativi di Perpetua impegnata nella messa in sicurezza dei beni della casa. Il curato decide di chiedere aiuto agli abitanti del villaggio chiamandoli dalla finestra, i quali si trovano però impegnati nella fuga senza prestare attenzione alle sue parole. Giunta sul posto Agnese cerca di convincerlo a mettersi in viaggio per cercare protezione al castello dell'Innominato. Nel corso del viaggio verso il castello Don Abbondio e Agnese non riescono tuttavia a tranquillizzarsi, invitati successivamente a pranzo dal sarto. L'uomo ha reso la propria casa un rifugio per i bisognosi in cerca di protezione, aiutato dai propri servi impressionati dalla sua misericordia. Riassunto del Trentesimo Capitolo Consumato il pranzo al castello Agnese, Don Abbondio e Perpetua si rimettono in viaggio verso il castello incontrando un posto d'armi in prossimità della valle e dell'osteria della Malanotte. Ad accoglierli è proprio l'Innominato il quale richiede informazioni sulla situazione di Lucia. Nei ventiquattro giorni successivi l'uomo provvede alla protezione dell'intera vallata, mentre Agnese e la Perpetua cercano di apportare il proprio aiuto nelle faccende. Don Abbondio rimane invece paralizzato dalla paura senza lasciare mai il castello finché non sopraggiunge la notizia dello spostamento dei reggimenti verso Mantova. L'Innominato cede ai suoi ospiti una carrozza, regalando ad Agnese un corredo di biancheria e alcuni scudi. Di ritorno a casa Don Abbondio apprende con dispiacere l'imbrattamento della propria abitazione e dei beni sottratti. Riassunto del Trentunesimo Capitolo Il flagello della peste ha provocato un'ondata di vittime nelle città di Lecco e Bellano, mentre a Milano sono ancora in molti a credere che la responsabilità sia da amputare invece alla carestia. Il primo a portare la peste in città è un soldato italiano del'esercito spagnolo, giunto in visita ai parenti. Alla morte del soldato gli abitanti della casa vengono condotti al lazzaretto, sotto l'ordine del Tribunale della Sanità, dove si susseguono un'ondata di morti. Anche i frati cappuccini che si occupano dei malati finiscono per essere contagiati dalla peste come padre Felice Casati. Gli abitanti continuano tuttavia a non credere al pericolo della peste, costringendo il Tribunale della Sanità ad esibire i corpi nudi delle vittime durante il passaggio di un carro in una delle feste della Pentecoste. Riassunto del Trentaduesimo Capitolo Nella giornata di mercoledì 22 maggio 1630 le autorità richiedono aiuti al governatore il quale delega ogni responsabilità a Ferrer a causa dei propri impegni nella guerra. Lo stesso Ferrer si limita ad organizzare una processione sotto le direttive del cardinale al fine di portare tra gli abitanti il corpo di San Carlo. Nonostante la minaccia della peste il cardinale accetta di organizzare la processione, mentre tutti i cittadini immuni al contagio vengono reclutati alla raccolta dei cadaveri, iniziando successivamente ad assumere atteggiamenti violenti depredando la città. A non essere contagiato è il Cardinale Federigo, mentre per le strade si diffonde la voce di una diretta responsabilità nel contagio da parte degli untori. Il medico Tadino e il Cardinale Federigo cedono alle credenze popolari sugli untori, avviando persino alcuni processi contro quest'ultimi. Riassunto del Trentatreesimo Capitolo In questo capitolo ci troviamo al termine dell'agosto del 1630 momento in cui, Don Rodrgio, avverte una notevole stanchezza dovuta al caldo eccessivo. Dopo una notte tormentata Don Rodrigo scopre d'aver contratto la peste, mandando a chiamare il medico. Il Griso tuttavia opta per depredare la casa di Don Rodrigo, abbandonandolo al proprio destino cagionevole. Il giorno seguente Don Rodrigo muore nonostante il trasporto presso il lazzaretto. A sopravvivere al contagio è invece Renzo, il quale riprende a lavorare alla filanda con il cugino Bortolo. La minaccia della peste convince Renzo a patire alla volta di Milano sperando di ritrovare Lucia, incontrando Tonio lungo il percorso, reso idiota dal contagio, insieme a un provato Don Abbondio, riuscendo ad ottenere informazioni su Lucia e Agnese. Renzo trova la sua casa ricoperta dalle vigne e dai topi. Il parroco cerca di convincere il giovane a ripartire, mentre il giovane raggiunge invece Milano. Riassunto del Trentaquattresimo Capitolo Renzo riesce ad entrare a Naviglio nonostante l'assenza di un permesso, imbattendosi in diversi abitanti del luogo sui quali Manzoni si sofferma nelle descrizioni, chiedendo informazioni ad un passante senza risultato. Renzo riesce infine ad ottenere le informazioni per recarsi da Don Ferrante. Per le strade di Milano si cela dolore e morte, mentre in piazza Duomo sfilano carri con le salme delle vittime della peste. Renzo rimane particolarmente colpito dalla scena di un donna che consegna la propria figlia di 9 anni vestita a festa ai monatti. Arrivando da Don Ferrante Renzo viene informato del ricovero di Lucia al lazzaretto, mentre un'anziana signora lo scambia per un untore costringendolo alla fuga su un carro. Riassunto del Trentacinquesimo Capitolo Il lazzaretto si ritrova con 16 mila malati affetti da peste, mentre nel mezzo della folla Renzo inizia le ricerche di Lucia. Renzo scorge Fra Cristoforo con in mano uno scodella diretto verso la campana, mentre l'autore si concentra su una serie di flash back raccontando la vita di Fra Cristoforo durante l'arco dei mesi trascorsi. Il frate si era fatto trasferire a Milano in seguito allo scoppio della peste. Fra Cristoforo accoglie Renzo con gioia ascoltando la sua storia, indicandogli il reparto delle donne dove Padre Felice sta radunando le persone guarite dalla peste. Non trovando Lucia il giovane viene sopraffatto dall'ira, promettendo di vendicarsi su Don Rodrigo. Il frate riesce a calmare Renzo e a condurlo verso una capanna dove giace Don Rodrigo colpito dalla peste. Riassunto del Trentaseiesimo Capitolo Dopo ulteriori ricerche Renzo riesce a trovare Lucia in una capanna, cercandola di convincerla senza successo a rinunciare ai suoi voti verso la Vergine Maria. Renzo fa ritorno da Padre Cristoforo il quale lo riconduce nuovamente da Lucia, spiegandogli che il voto fatto alla Vergine Maria non può essere sciolto. Il frate si allontana dopo aver consegnato il pane del perdono a Lucia. Riassunto del Trentasettesimo Capitolo Renzo si allontana dal lazzaretto mentre sulla città si abbatte una forte pioggia, la quale porterà via la minaccia della peste, incamminandosi verso Agnese a Pasturo. Insieme alla madre di Lucia il giovane decide di trasferirsi dove aveva già lavorato, affittando una casa nel bergamasco. Il Manzoni sottolinea il periodo storico del settembre del 1630. Agnese prepara la casa in vista dell'arrivo di Lucia dal lazzaretto, venendo a conoscenza della reclusione della Monaca di Monza presso il convento di Milano in seguito alle accuse di terribili crimini. Lucia apprende inoltre la morte di Fra Cristoforo, Donna Prassede e Don Ferrante. Riassunto del Trentottesimo Capitolo Nella mensilità di ottobre del 1630 Lucia rientra finalmente all'interno del paese, mentre la morte di Fra Cristoforo riesce in parte ad offuscare la sensazione di gioia provata. Don Abbondio accetta di celebrare le nozze in seguito all'arrivo in paese del marchese erede di Don Rodrigo, fissando la data per lo svolgersi della cerimonia. Dopo aver appreso il racconto della vicenda il marchese erede di Don Rodrigo si reca dal Cardinale Federigo al fine di potersi rendere utile in favore dei promessi sposi. In questo caso il parroco gli suggerisce di provvedere all'acquisto delle case di Renzo e Lucia ad un prezzo maggiorato rispetto al loro valore. Durante i primi giorni di novembre del 1630 la coppia si sposa all'interno del palazzotto di Don Rodrigo, mentre ad allestire un bacchetto in loro onore è lo stesso marchese. Tuttavia i pettegolezzi della gente spingono Renzo e Lucia al trasferimento alle porte di Bergamo, mentre il ragazzo diventa socio di Bortolo. Ad un anno dalle nozze nasce la piccola Maria, mentre la morale al termine della storia si concentra sulle sventure e la necessità di continuare a credere nella fede e in Dio.