Il Secondo Triumvirato e la fine della Repubblica
Gaio Ottavio (che dopo l'adozione avrebbe dovuto chiamarsi Gaio Giulio Cesare Ottaviano) tornò rapidamente a Roma per reclamare la sua eredità. Con straordinaria prudenza, il giovane erede di Cesare si assicurò il sostegno di tutte le fazioni, mostrando fin da subito la sua abilità politica.
Nel frattempo, Marco Antonio tentò di prendere con la forza il controllo della Gallia Cisalpina, ma fu sconfitto nella battaglia di Modena (43 a.C.). Riuscì però a riorganizzarsi unendo le sue forze a quelle di Lepido, un altro cesariano. Ottaviano, invece di inseguirlo, preferì tornare a Roma per farsi eleggere console.
Riconoscendo che una guerra tra loro avrebbe solo indebolito la fazione cesariana, nel 43 a.C. Ottaviano, Antonio e Lepido formarono il Secondo Triumvirato. I tre pubblicarono liste di proscrizione per eliminare i nemici politici, tra cui i cesaricidi e il famoso oratore Cicerone, ucciso per le sue Filippiche contro Antonio.
Con Lepido progressivamente emarginato, lo scontro finale si profilò tra Ottaviano e Antonio. Quest'ultimo, trasferitosi in Oriente, iniziò una relazione con Cleopatra e adottò uno stile di vita sempre più simile a quello di un sovrano orientale. Ottaviano sfruttò questa situazione per presentarsi come difensore delle tradizioni romane.
Nel 32 a.C., Ottaviano dichiarò guerra a Cleopatra (ed indirettamente ad Antonio), sconfiggendoli nella decisiva battaglia di Azio (31 a.C.). A soli 32 anni, Ottaviano diventava il padrone incontrastato di Roma, segnando la fine della Repubblica e l'inizio di una nuova era.
Riflessione: La battaglia di Azio non fu solo uno scontro militare ma uno scontro culturale tra Occidente e Oriente, tra le tradizioni romane e il fascino del mondo ellenistico - uno scontro che Ottaviano seppe trasformare in propaganda politica.