Tiberio Gracco e la riforma agraria
Nel 133 a.C. un giovane nobile decide di sfidare il sistema: Tiberio Gracco, eletto tribuno della plebe, propone una legge agraria rivoluzionaria. Limite massimo di 500 iugeri di agro pubblico per persona, terre recuperate da redistribuire ai poveri.
L'obiettivo era doppio: risolvere il problema dei nullatenenti e permettere ai cittadini poveri di arricchirsi abbastanza da essere arruolati nell'esercito. Una riforma moderata, ma che scatenò una reazione furiosa dei ricchi proprietari.
I senatori ostacolarono Tiberio in ogni modo. Il tribuno Marco Ottavio usò il diritto di veto per bloccare la riforma. La risposta di Tiberio fu clamorosa: fece destituire Ottavio! Un fatto scandaloso - nessun tribuno era mai stato deposto prima.
Questa mossa rappresentò una rottura totale con la tradizione romana, che temeva le innovazioni (le "res novae"). Quando Tiberio si ricandidò per l'anno seguente, fu accusato di aspirare alla tirannide.
Momento chiave: La destituzione di Marco Ottavio fu il primo grande strappo nella tradizione politica romana.