La storia della prima guerra civile romana vide protagonisti Mario e Silla, due figure chiave che segnarono profondamente la Repubblica romana. Il conflitto scoppiò nell'88 a.C. quando Silla, dopo essere stato nominato console, ricevette il comando della guerra contro Mitridate. Mario, tuttavia, riuscì a far revocare questo incarico dal tribuno della plebe Sulpicio Rufo, scatenando la reazione di Silla che marciò su Roma con le sue legioni.
Le differenze tra Mario e Silla erano sostanziali: Mario era un homo novus che rappresentava gli interessi dei popolari e aveva riformato l'esercito permettendo l'arruolamento dei capite censi, mentre Silla apparteneva all'aristocrazia senatoria e difendeva gli interessi degli ottimati. Il loro scontro portò a una serie di proscrizioni e violenze che insanguinarono Roma. Dopo la morte di Mario nell'86 a.C., Silla tornò definitivamente vincitore nell'82 a.C. e si fece nominare dittatore, avviando una serie di riforme costituzionali volte a rafforzare il potere del Senato.
Questi eventi aprirono la strada a nuovi conflitti civili che culminarono con la formazione del primo triumvirato tra Cesare, Pompeo e Crasso. La conquista della Gallia da parte di Cesare (58-51 a.C.) rafforzò enormemente il suo potere personale e militare. Dopo la morte di Crasso e la rottura con Pompeo, Cesare attraversò il Rubicone dando inizio a una nuova guerra civile. La sua vittoria e successiva dittatura si conclusero con il suo assassinio alle Idi di marzo del 44 a.C. per mano di una congiura guidata da Bruto e Cassio. La morte di Cesare portò alla formazione del secondo triumvirato tra Ottaviano, Marco Antonio e Lepido, aprendo una nuova fase di guerre civili che si concluse solo con l'affermazione di Ottaviano come primo imperatore di Roma.