L'Era Crispi e la Crisi Coloniale
Nel 1887 muore Depretis e arriva Francesco Crispi: primo meridionale a diventare Presidente del Consiglio! Ex-mazziniano e garibaldino, ora è diventato un monarchico convinto che ammira Bismarck e crede nello "Stato forte".
Crispi concentra su di sé un potere enorme: è contemporaneamente Presidente del Consiglio, ministro degli Esteri e degli Interni. Nel 1888 approva una nuova legge elettorale e nel 1889 il codice Zanardelli, che abolisce la pena di morte.
Ma Crispi ha una fissazione: le colonie. Nel 1889 firma il trattato di Uccialli per il controllo di Eritrea, Etiopia e Somalia, ma la maggioranza parlamentare non è convinta dei costi. Risultato? Crispi si dimette nel 1891.
Arriva Giolitti che deve affrontare i Fasci Siciliani (1893): un movimento popolare di protesta nato dalla disperazione. Giolitti cerca di capire invece che reprimere, ma i conservatori lo considerano debole. Lo scandalo della Banca Romana (che stampava soldi illegalmente per finanziare politici) gli dà il colpo di grazia.
💡 Ricorda: Crispi rappresenta il primo esempio di "uomo forte" nella politica italiana post-unitaria.