La politica estera fascista di Mussolini e le sue conseguenze hanno profondamente segnato la storia d'Italia nel XX secolo.
La politica estera di Mussolini si caratterizzò per un approccio aggressivo ed espansionistico, mirando a ricreare un impero coloniale italiano. Particolare attenzione fu rivolta all'Africa, con la conquista dell'Etiopia nel 1935-36 e il consolidamento della presenza in Libia, colonia italiana dal 1912. La conquista Libia Mussolini rappresentò un punto fondamentale della politica coloniale fascista, con l'invio di migliaia di coloni italiani per "italianizzare" il territorio. Gli italiani in Libia costruirono infrastrutture, città e avviarono attività agricole, creando una presenza significativa che durò fino alla Seconda guerra mondiale.
Un capitolo drammatico di questo periodo fu la persecuzione degli ebrei italiani, culminata con la deportazione ebrei italiani 16 ottobre 1943. La Shoah in Italia si intensificò dopo l'emanazione delle leggi razziali del 1938 e l'alleanza con la Germania nazista. La persecuzione degli ebrei in Italia portò alla deportazione di migliaia di persone nei campi di concentramento, con il tragico rastrellamento del ghetto di Roma come uno degli eventi più drammatici. L'Olocausto rappresentò il punto più basso della storia italiana del XX secolo, con conseguenze che hanno segnato profondamente la società italiana. La persecuzione degli ebrei Seconda guerra mondiale si inserì nel più ampio contesto dello sterminio sistematico perpetrato dal regime nazista, con la collaborazione del governo fascista italiano.