L'espansione coloniale italiana e la seconda guerra mondiale rappresentano due capitoli cruciali della storia del nostro paese.
Il colonialismo italiano in Africa iniziò alla fine del XIX secolo, con particolare interesse verso il Corno d'Africa. La guerra in Etiopia del 1935-36 sotto il regime di Mussolini rappresentò l'apice dell'espansione coloniale italiana. La campagna d'Abissinia fu caratterizzata dall'uso di armi non convenzionali, inclusi i gas asfissianti, che provocarono numerose vittime tra la popolazione locale. L'impero coloniale italiano raggiunse la sua massima espansione nel 1936, comprendendo territori in Libia, Eritrea, Somalia ed Etiopia. Le colonie italiane in Africa furono amministrate attraverso un sistema di governo che mirava allo sfruttamento delle risorse locali e all'imposizione della cultura italiana.
La partecipazione dell'Italia alla seconda guerra mondiale iniziò ufficialmente il 10 giugno 1940, quando Mussolini dichiarò guerra a Francia e Gran Bretagna. Gli schieramenti videro l'Italia alleata con la Germania nazista nell'Asse, contro gli Alleati. La guerra si rivelò disastrosa per l'Italia, che subì pesanti sconfitte su tutti i fronti. La fine della seconda guerra mondiale per l'Italia arrivò con l'armistizio dell'8 settembre 1943, seguito dalla guerra civile tra fascisti e partigiani. Il conflitto si concluse definitivamente nel 1945 con la sconfitta dell'Asse. Le conseguenze furono drammatiche: l'Italia perse tutte le sue colonie, subì ingenti danni materiali e umani, ma la fine della seconda guerra mondiale segnò anche l'inizio di una nuova era democratica per il paese. Il periodo coloniale e bellico ha lasciato un'eredità complessa nella storia italiana, influenzando profondamente lo sviluppo sociale, politico ed economico del paese nel dopoguerra.